Metti tre donne a cena, in un bel localino caldo ed accogliente, due bottiglie di bollicine – un Pojer e Sandri Rosè e un Abate Nero Riserva – ed il mix è sicuramente di quelli da non perdere. Io, la P. e la S. era da un bel po’ che dicevamo di andare a mangiare qualcosa assieme per fare due chiacchiere e finalmente ieri ci siamo riuscite. Sulla fiammante Mini station della P. ci siamo avventurate nel deserto delle strade trentine nell’orario notturno di un martedì sera un po’ uggioso. Già in macchina tirava l’aria di una serata da ricordare, monopolizzata dalla P. che ci avrebbe snocciolato per tutta la cena aneddoti e storielle simpatiche su relazioni passate, presenti e future. S. ed io prendevamo appunti, attente, perché dalle esperienze delle amiche bisogna sempre imparare. A imparare, in realtà, c’era anche la cameriera, che a sentirci dissertare su uomini che vanno con altre negando poi spudoratamente («Dopo i 30 non possono pensare di raccontarci le favole…Dimmelo, che poi così decido cosa fare», era la nostra teoria neanche tanto originale, ma evidentemente non ovvia) a un certo punto non ha più resistito: «Ecco, cosa si deve fare con uomini così?», ci ha chiesto disperata, spiegandoci che lei uno così lo aveva lasciato giusto ieri. Quasi quasi ci era venuta voglia di invitarla al tavolo con noi, per una seduta di psicanalisi e di buonumore, ma non poteva, perché dall’altra parte della sala c’era un altro tavolo da servire: anche lì, sole donne (sei), anche loro agguerrite in narrazioni di carenza di sesso con i loro mariti, naufragate poi in argomentazioni casalinghe, tipo gli orari migliori per fare la lavatrice e dove portare a pulire i piumoni (attività forse consolatorie di quanto detto prima? Chi lo sa…).
L’argomento della nostra cena era invece uomini che hanno molte donne in contemporanea e viceversa. Con curiosi aneddoti su chi chiama i propri ex tutti i giorni, per una strana sindrome di terrore da distacco, e casi in cui ci si trova in due ad affermare di essere la fidanzata di qualcuno… Anch’io avevo qualcosa da testimoniare in proposito, mentre avevo da imparare la definizione di “scarpe troieggianti” (scusatemi il termine ma così la P. mi ha detto che vengono definite dagli uomini): tacco a spillo alto, punta affusolata. Ho fatto mente locale sulla mia collezione di decollete accorgendomi che, fatta eccezione di un paio, tutte le mie amate scarpe rispondevano alla descrizione della P., ma io non le avevo mai considerate “T…”, piuttosto aggressive, sexy, alcune anche eleganti… Il dubbio mi rimane, non per confutare la P., sia chiaro: come le definiranno veramente in generale gli uomini? Mi affretterò a fare un sondaggio, anche se questo non muterà i miei acquisti.
Nel frattempo, sfilavano squisiti fiori di zucca ripieni di formaggio con riduzione piccante di fragole, tarte tatin al pomodoro, casoncelli di patate con Puzzone di Moena, salmerino in crosta di larice, guanciale di vitello con verdurine dell’orto al vapore, e qualche altro piatto che invece non ci ha impressionato molto. Ma non importa, perché la vera essenza della serata eravamo noi e quel “girl power” che fa diventare irresistibili.