È uno degli eterni dilemmi del vino. Decantare, ovvero scaraffare il vino per farlo ossigenare con lo scopo di farlo esprimere al meglio, oppure non decantare? I detrattori ritengono che decantare il vino sia un atto di violenza. Per loro il decanter è il bicchiere e chi sa davvero godersi il vino è lì, nel calice, che gli lascia il tempo di esprimersi.
Ci sono anche relazioni che hanno bisogno di essere decantate, quello che conta è capire il perché e se ne vale davvero la pena.
Se avete a che fare con un uomo o una donna da decantare, soffrirete. Mettetelo in conto. Poco o tanto, ma soffrirete. Perché dovrete agire con delicatezza, saper aspettare, e magari voi, invece, siete delle passionali, degli impetuosi, non amate i freni e le restrizioni. Qui invece sarete sicuramente incatenati dai lacci della paura altrui (che magari è anche menefreghismo) e non potrete andare a briglie sciolte.
Soffrirete per un sms che non arriva. Soffrirete il suo navigare a vista. Soffrirete il non avere mai una rassicurazione.
Usare il decanter potrebbe essere rischioso, mettere la quinta e chiedere che tutto cambi dall’oggi al domani è la garanzia di una sconfitta certa. Lasciare che si evolva nel vostro bicchiere potrebbe togliervi molte energie. Forse troppe. Troppe lacrime. Troppa solitudine. Troppa, estenuante, attesa. Troppi silenzi da riempire. Troppe domande che cadono nel vuoto.
Certo poi potreste trovarvi nel bicchiere qualcosa di straordinario. Quindi, decantare o no? Lasciargli spazio e tempo nel calice per farlo “aprire”? Oppure lasciare quel liquido nella bottiglia e cambiare etichetta?
Lasciate decantare il cuore, solo lui può decidere.