Come trattare il tartufo nel modo giusto? Io me lo sono domandata un miliardo di volte.
Mettilo nel riso, mi hanno sempre consigliato per conservarlo, niente di più sbagliato. Mettilo nel burro, prassi ugualmente erronea. Sono solo un paio di esempi di grattacapi che l’amato – almeno per me – tartufo ci porta se decidiamo di acquistarlo per l’utilizzo domestico. Ecco perché vente-privee ha chiesto a Savini Tartufi, azienda toscana esperta del settore da ormai quattro generazioni e brand in vendita su vente-privee da diversi anni, 4 errori assolutamente da evitare per gustare il tartufo, sfruttandone al meglio le sue caratteristiche. Vediamole assieme!
1. Mai lavarlo e non toccarli troppo!
Il tartufo soffre molto l’umidità, bisogna perciò stare attenti a non metterli mai a bagno. Per pulirli è, infatti, sufficiente utilizzare uno spazzolino morbido. Essendo un prodotto estremamente delicato e composto per circa l’80% da acqua, perde le sue proprietà facilmente, se stressato eccessivamente.
2. Non abbandonarlo in frigorifero
Il tartufo bianco si conserva fino a 5 giorni mentre quello nero per circa due settimane. La conservazione ideale è in frigorifero, avvolto nella carta traspirante e preferibilmente all’interno di un contenitore in vetro per evitare che il suo penetrante profumo venga assorbito dagli altri alimenti. Unica accortezza: cambiare la carta tutti i giorni per eliminare l’umidità in eccesso che potrebbe farlo ammuffire. E’ perciò preferibile consumarlo velocemente, così da mantenerne inalterato l’inconfondibile sapore e profumo.
3. Non utilizzarlo freddo
Il tartufo sprigiona al meglio tutto il suo aroma grazie al calore delle pietanze a cui viene aggiunto. Meglio, pertanto, toglierlo dal frigorifero almeno un’ora prima di cucinarlo, così da utilizzarlo a temperatura ambiente.
4. Non cuocerlo
Il tartufo bianco, essendo più delicato, non va mai cotto perché perderebbe tutte le caratteristiche che lo rendono tanto gustoso. Si consuma perciò sempre a crudo tagliandolo a lamelle sottilissime con l’apposito affetta-tartufi. Vista l’intensità del suo profumo ne bastano dai 3 ai 5 grammi per aromatizzare piatti caldi e freddi. Il tartufo nero invece sprigiona il suo aroma attraverso un’esposizione più prolungata al calore: per gustarlo al meglio è quindi opportuno tagliarlo con una particolare grattugia multi-lama e passarlo direttamente in padella a fine cottura, scottandolo per 30 secondi senza mai soffriggerlo o rosolarlo.
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