Proprio quando Fabio Rizzoli e i suoi legali tiravano un respiro di sollievo, gli uomini della Guardia di finanza hanno notificato un nuovo provvedimento di sequestro della cantina di «Feudo Arancio», insediamento produttivo della società Fta inserito tra i pregiati vigneti di proprietà di Cantine Mezzacorona ad Acate, in Sicilia. Il provvedimento è stato dunque rinnovato ma l’avvocato Luigi Olivieri, che con il collega Michele Sbezzi di Ragusa difende Rizzoli, ha ottenuto ieri dal pm Alessandra Liverani l’autorizzazione alla prosecuzione dell’attività. La cantina dunque, che proprio in queste settimane ha il vino della vendemmia 2010 nelle botti (prodotti 12 milioni di litri), può continuare ad operare come se non ci fossero i sigilli. Obiettivo del sequestro chiesto dalla procura di Trento e concesso dal gip Michele Maria Benini con provvedimento del 9 ottobre (dunque entro io termini previsti), è infatti bloccare risorse patrimoniali per un valore equivalente a 4.366.000 euro, cioè l’importo del contributo che nell’ipotesi accusatoria sarebbe stato percepito truffando l’ente pubblico. La difesa, respinge con decisione ogni accusa ed è subito partita al contrattacco presentando un ricorso al Tribunale del riesame di Trento in cui si chiede la revoca del sequestro. «Siamo convinti che questo procedimento penale sia frutto di un grande malinteso e la corposa documentazione che abbiamo prodotto riteniamo che lo dimostri», dice l’avvocato Olivieri. Il confronto tra accusa e difesa riprende dunque dal punto in cui si era interrotto davanti al Tribunale di Ragusa che aveva accolto un’eccezione di incompetenza territoriale trasferendo il procedimento al Tribunale di Trento. «Io personalmente – dice l’avvocato Sbezzi – continuo a coltivare dei dubbi sulla competenza, che a mio avviso dovrebbe essere a Roma dove il contributo è stato erogato. Non torneremo però a riproporre la questione perché lo stesso Rizzoli è ansioso di affrontare subito il merito per dimostrare in tempi rapidi la sua completa estraneità ad ogni accusa e il corretto operato da parte dell’azienda». Rizzoli è anche intenzionato a farsi sentire a breve dal pm Liverani, un passo che non aveva potuto fare a Ragusa all’epoca del sequestro perché il pm allora titolare del procedimento era in ferie. I fatti sono ormai noti e il nuovo provvedimento nei contenuti ricalca quello disposto l’estate scorsa dal giudice di Ragusa. Il sequestro era scattato il 17 luglio nell’ambito di un’inchiesta per truffa legata alla presunta illecita percezione di un contributo da 4.366.000 euro da parte della Fta, la società Future tecnologie agroambientali di Fabio Rizzoli. Secondo la procura di Ragusa, l’attività fraudolenta sarebbe stata attuata attraverso dei contratti di compravendita fittizia poiché il passaggio di proprietà degli immobili sarebbe avvenuto tra società che facevano parte del gruppo guidato da Fabio Rizzoli. Accuse che la difesa ha sempre respinto con decisione. A garanzia di quel contributo, destinato ad essere revocato qualora si dimostrasse che fu ottenuto in modo illegale, la procura ha ottenuto un doppio sequestro: 1.455.562 euro quale parte residuale del contributo è stato congelato presso il Ministero dello sviluppo economico; a questo si aggiunge l’immobile della cantina, di proprietà della Fta, che si trova ad Acate in Contrada Torre Vecchia. Al vaglio ora ci sono le posizioni dei 9 indagati, non è escluso però che la procura di Trento decida di procedere solo per alcuni di loro.
(L’Adige di oggi)