Tra poco siti web, settimanali e blog inizieranno a snocciolarvi ricette tradizionali e creative per allestire pranzi e cene di Natale tra i fornelli.
E se, dopo un autunno di intenso lavoro, non aveste voglia di spadellare per due giorni? La soluzione c’è senza ricorrere alla rosticceria.
Il segreto è selezionare i migliori spacciatori di cose buone e ideare menu “furbi” che con il minimo sforzo daranno la massima resa (bella figura compresa).
Partiamo dalle materie prime, quelle che secondo me sono delizie che proprio a Natale uno ha più piacere di condividere con le persone che ama. Le mie preferite sono:
- Prosciutto crudo S. Daniele di Bagatto
- Speck della macelleria Pfattner Johann di Lazfons, Alto Adige
- Formaggio di Fosse Venturi, Sogliano al Rubicone
- Cantucci al cioccolato del Forno di Migliana, Prato
- Speck della salumeria Belli, Sopramonte di Trento
- Culatello di Massimo Spigaroli, Antica corte Pallavicina di Polesine Parmense
- Cotechino (anche alla vaniglia) di Saronni, Castelvetro Piacentino
- Caviale Calvisius (potendo, l’oscietra)
- Agnolotti del pastificio Bruzzone o del pastificio Gran Madre, Torino
- Tortelli di zucca alla Casa del pane di Mantova (stupendi anche i tortelli ripieni di cipolla di Tropea e patate, i tortelli al Lambrusco e i baci di dama)
- Patate dell’azienda agricola Pagliarino di Pietralunga PG
- Salamino rustico di Salvatori, Norcia
- Panettone Fior d’arancio e CremDelRí di Sal de Riso
- Panettone al San Martim Grigoletti di Exquisita, Rovereto
Con questi ingredienti non avrete altro da fare che preparare una tavola coreografica, acquistare il pane e la focaccia più buoni della città, preparare il brodo per gli agnolotti meglio se di carne (e se non avete voglia di fare nemmeno questo, compratelo già pronto, ma io non ne voglio sapere niente 😉 ) e fare un purè per il cotechino che con queste patate non avrete bisogno di tante aggiunte (provate anche a fare gli gnocchi, quasi non dovrete aggiungere farina).
Nel bicchiere i vini sono un’infinità e vi consiglio di dotarvi del mio ultimo libro 1001 vini da bere almeno una volta nella vita.
Io vi consiglierei:
Grandama della luce di Sacrafamiglia
Franciacorta Dosaggio zero Noir Ca’ del Bosco
Rosa Caolino di Tenuta di Castellaro, Lipari
Deutz Amour de Deutz (capsula disegnata dal gioielliere parigini Morabito, pronta per diventare un medaglioni da appendere al collo)
Merlino di Pojer e Sandri
Grillo Zibibbo Cantine Europa
Buona caccia alle bontà, alcune potete ordinarle anche online 🙂