Ho pensato molto a quello che avrei potuto scrivere per descrivervi la mia esperienza da Matias Perdomo, chef patron di una delle mete must have di Milano e anche d'Italia, se siete gourmet scafati in cerca di qualcuno che ancora sappia stupirvi.
Meta must have, dicevo, alla faccia della Michelin che ancora non ha dato la Stella a uno degli chef più originali e capaci di mettersi in gioco che possiate trovare, almeno nei confini nazionali. Un Cappellaio Matto, considerando solo tutto quello che di geniale ci può essere nel personaggio di Caroll, che ti fa sentire Alice nel Paese delle meraviglie. O, ancora, Alice attraverso lo specchio (film del 2016 liberamente ispirato al romanzo di Caroll), perché è proprio uno specchio, posizionato in una delle appena 2 pagine del menu del Contraste, a consentirti di guardarti dentro ed esprimere qualsiasi desiderio culinario (a 6 o 10 portate). Inizia così un viaggio in cui i sogni culinari prendono forma grazie alla creatività di Perdomo, e spesso superano la fantasia.
E sei tu il protagonista, non lo chef, cosa ormai così rara…
Certo, non è un'esperienza per tutti, seppur – e questa è un'altra nota importante – la cucina di Matias non sia cervellotica, celebrale o criptica, come quella di altri chef più osannati (non so perché) di lui. Qualcuno diceva che il processo creativo va dalla complessità alla semplicità, o, per dirla con le parole del cantautore americano Pete Seeger
Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice.
Ultima nota per la sala, perfetta. Buona anche la carta vini.