Infilato il tacco 15 nuovo di zecca, eccomi qui, pronta per una catwalk lungo i tavoli di degustazione dei 50 migliori vini d’Italia secondo Luca Gardini e Andrea Grignaffini, coadiuvati da una giuria internazionale.
L’elenco completo degli splendidi 50 lo trovate qui.
Un tappeto di fotografi. Parte un video stile isola dei famosi, che mostra i back stage della selezione.
Gardini veste i panni del presentatore, ringrazia, presenta la giuria, tra cui Paolini, Cernilli, Bergonzi…
Antonio Paolini legge la classifica chiamando i premiati. Vino pop dell’anno Ribolla Spumante Brut Collavini.
Premio Quality Price a Zonin con Altemura, Primitivo di Manduria.
Il premio per alcuni è un filo di ferro attorcigliato con al centro la figura di un uomo (gardini? Grignaffini? Un vignaiolo?)… Non è che mi piaccia molto…
Ovazione per Gravner al nr15. Anche per Marisa Cuomo.
C’è tutto il Gotha del vino. Ora tocca a Jacopo Biondi Santi. Avevo intervistato tempo fa Franco e la vivo non avevo ancora mai visto nessuno della famiglia. La classe lo contraddistingue.
Paride d’Angelo di Casa d’Angelo, Miglior sommelier.
Sorpresa. Niente banchi d’assaggio dei 50 migliori vini. Niente catwalk. Un caldo infernale, pasta Felicetti cucinata da Sadler e Aprea, e carne di Motta.
Recita il comunicato, che per festeggiare i migliori 50 vini d’Italia non c’era niente di meglio che lo champagne. Ma come? La festa del vino italiano bagnata dalle bolle d’oltralpe (dello sponsor Thienot)? PARBLEU!
Meglio levare gli ormeggi. Direzione Barbacoa, ristorante brasiliano niente male. Ve ne racconterò in I locali di Geisha.
Morale? Peccato non aver avuto un momento conviviale tranquillo per conoscere e fare due chiacchiere con i produttori…