Il lievito madre è il Tamagotchi dei gourmet.
Il video gioco che ha spopolato negli anni Novanta io non l’ho mai capito: perché mai avrei dovuto essere dipendente da un aggeggio elettronico che riproduceva un alieno – o virtual pet, chiamatelo come volete – che doveva essere alimentato e accudito a tutte le ore, pena la sua morte e quindi la sconfitta al gioco?
Ai tempi di Masterchef, una delle cose che fa più figo tra i follower di Cracco &co, tra gli aspiranti grandi chef de cuisine di casa, è avere il lievito madre. Si tratta di un lievito naturale, che si forma grazie all’interazione tra batteri e ha il pregio di panificare prodotti più digeribili, con più bassi parametri glicemici e con più lunga conservazione rispetto ai prodotti fatti con il lievito di birra.
La pasta madre ha microflora selezionata ed equilibrio stabile tra lieviti e batteri. Una volta ottenuta, viene tenuta in vita e riprodotta per mezzo di successivi rinfreschi, cioè impasti periodici con determinate quantità di farina fresca e acqua. I microorganismi che la compongono infatti devono essere costantemente nutriti e posti in condizione di riprodursi. Altrimenti muoiono, come il Tamagotchi. Ci sono vari modi per fare i rinfreschi: quello che fa più figo è tenere il lievito madre a temperatura ambiente e rinfrescarlo due volte al giorno.
Così ti capita di uscire con uno che non solo è molto carino, ma è anche un foodie che ama spadellare. Cucina da solo robe che pensavi potessero preparare solo cinque chef rodati con mille attrezzature a disposizione. Tutto questo savoir fair culinario è sexy. Mio dio, sa anche come si degorgia una bottiglia di spumante imbottigliata volutamente senza sboccatura.
È un mostro, pensi. E inizi a chiamarlo Masterchef, fantasticando su quali prodigi saprà fare in camera da letto: se ne sa così tante tra i fornelli, figurati tra le lenzuola… Non vedi l’ora di scoprirlo, così gli telefoni e lo inviti fuori per un aperitivo. Un aperitivo gourmet, ça va sans dire. L’occasione è di quelle dalle aspettative alte e così ti va di investire: ordini Champagne, caviale (le ostriche non ti piacciono), tartare di gamberi rossi di Sicilia e qualche altra tapas foodchic che sai che apprezzerà. Lui apprezza, anche il vestito nuovo di zecca che sottolinea la tua scollatura e i tacchi 15 che ogni tanto, per sbaglio, gli sfiorano la gamba sotto il tavolo. Sembra gradire, ridete, scherzate, finite spesso pelle contro pelle. Ci siamo, pensi, ma poi, sul più bello, lui inizia a guardare l’ora.
Scusa tanto, ti dice, ma adesso devo andare, devo rinfrescare il lievito madre altrimenti mi muore.
Tu sgrani gli occhi stupefatta. Lui rincara la dose: «Più lo rinfreschi più migliora, a fine mese vedrai che focacce buone che ti faccio…».
La tua libido va da più mille a 50 sotto zero nel giro di cinque secondi. Lo guardi e pensi che tra un mese le sue focacce le assaggerà qualcun’altro, perché tu da stasera con lui hai chiuso. Nessuno ti aveva mai scaricata per un lievito madre.
La prossima volta, quando esci con qualcuno, oltre che verificare preventivamente se è sposato o ha figli, indaga anche sul suo fanatismo culinario. Perché è vero che l’uomo che cucina è sexy, ma dipende quanto cooking addict è. Gli eccessi, si sa, non fanno mai bene, tra i fornelli come nella vita. Figuriamoci in amore.
Vino consigliato per dimenticare il fattaccio: Capatosta Morellino di Scansano Poggio Argentiera, ovvero la passione, almeno nel bicchiere. Consolatevi così e non siate “capatosta”, ovvero testa dura: non cercate di redimere il Masterchef addict, non cercate di fare spazio tra voi e la sua pasta madre. Non vi bastano ex fidanzate e suocere, avete davvero voglia di dover fare i conti anche con un lievito?!