La Cuvée Prestige Ca’ del Bosco cambia passo: nasce l’Edizione e la versione da collezione RS

Se c’è una cosa che non è mai mancaa a Maurizio Zanella è la visione, così come uno straordinario intuito e il coraggio di seguirlo. Maurizio Zanella, fondatore e attuale presidente di Ca’ del Bosco, non ha mai nascosto nemmeno per nun secondo la sua passione per la Francia del vino, un modello a cui ha iniziato a ispirarsi fin da adolescente, a partire da quel viaggio a cui i genitori – Annamria e Albano – decisero di mandarlo: era un viaggio-studio organizzato dalle istituzioni bresciane in Francia. «Avevo 17 anni. La prima cantina che visitammo fu Romanée Conti, in Borgogna.  L’età media del gruppo con cui viaggiavo era 60 anni, tutti viticoltori e proprietari di cantine in Lombardia.  Arrivati davanti a Romanée Conti, ricordo che non volevo scendere: erano le 11 del mattino e io pensavo che erano pazzi a voler bere vino a quell’ora. Ovviamente dovetti scendere, degustai sei vini rossi e poi il loro bianco, il Montrachet. Io non capivo nulla di vino e ascoltavo, ma fui l’unico a chiedere di poter acquistare qualche bottiglia come souvenir. In cantina mi dissero che avevano solo tre bottiglie da vendermi, e di seconda scelta: costavano, in termini attuali, circa 500 euro, e io in tasca avevo il corrispondente di oggi di 480 euro. Così mi rivolsi a uno dei miei compagni di viaggio per chiedere un prestito e poter comperare quelle bottiglie. Mi diede i soldi che miservivano, senza sapere a cosa mi servissero, e una volta in pullman mi chiese spiegazioni. Quando raccontai come li avevo spesi, tutti insorsero dandomi del pazzo e dicendomi che con qui soldi avrei comperato 300 delle loro bottiglie. Fu in quel momento che capii…». Non ancora maggiorenne, Zanella aveva compreso che era meglio produrre meno e vendere il vino a prezzi maggiori, piuttosto che viceversa, così, una volta tornato a casa, andò da suo padre. A quel tempo Ca’ del Bosco era la fattoria di famiglia, 15 ettari  coltivati a frutteto, con un po’ di vigna (piantata per mano di Franco Ziliani, il patron delle cantine Guido Berlucchi) e i tanto amati cavalli di Albano.«Mio padre – racconta Zanella – disse che se quella era la mia idea, allora, per realizzarla, dovevo chiedere un po’ di soldi in banca. Mi fece credere che andavo in banca con mia madre ad accendere un mutuo di 160 milioni di lire per costruire la cantina perché voleva che io pensassi che i soldi fossero della banca, c invece erano, ovviamente, quelli di mio padre. Mio padre mi ha sempre fatto sentire attore unico di questa impresa, anche se in realtà lui c’era sempre dietro le quinte. Mi faceva sentire totalmente immerso in questa cosa: è stato così che mi sono innamorato totalmente di questo progetto e, in termini di passione, ero una locomotiva, che lui ha sempre saputo valorizzare e fomentare».

Galeotta fu la Francia e continua a esserlo. André Dubois, rinomato chef de cave di case leggendarie dello Champagne, da Taittinger a Moët & Chandon, era la figura che Maurizio Zanella aveva voluto alla guida tecnica di Ca’ del Bosco, un sodalizio interroto solo dalla prematura scomparsa – nel 1990 – di Dubois, lasciando il testimone al suo allievo prescelto, Stefano Capelli, ancora oggi enologo (innamoratissimo) della cantina. «Eppure, i vini italiani sono potenzialmente migliori di quelli francesi, il problema sta tutto nell’esperienza. Noi siamo nati appena 50 anni fa, abbiamo bisogno di altri 50 anni per raggiungere il livello dei francesi e, secondo me, superarlo», afferma Zanella. Il tempo, del resto, è da sempre uno dei punti cardine del vino. Il tempo inteso in termini climatici e soprattutto in termini di giorni, mesi, anni, di pazienza, di quel “saper aspettare” – e potremmo dire anche di “poter aspettare” – che è la cifra più importante nel vino. E a proposito di cifre, c’è un numero che oggi segna il passo di Ca’ del Bosco: 42. Tante sono le edizioni della multivintage di Ca’ del Bosco, la Cusée Prestige,  ed è questo il numero da cui parte il suo nuovo volto: da oggi ogni anno seguirà una nuova Edizione in ordine numerico crescente, che ha un obiettivo ben preciso, quello di far capire il vaclore della multivintage più amata dal mercato italiano, indicando in etichetta le varie percentuali delle annate che vanno a comporre la cuvée, dove un’annata sarà sempre in netta predominanza. Nel caso della 42 (un numero che celebra anche la storia di questa grande maison franciacortina) è l’annata 2017 a pesare per il 69% del blend, composto poi da un 22% di vini riserva del 2016, un 6% del 2015 e un 3% del 2014.

Anche in questa scelta torna la Francia, per la precisione l’esempio di Krug, che da anni ormai ha lanciato le “edition” sulla sua etichetta “base”: con una differenza sostanziale, quella del prezzo, visto che la Cuvée Prestige Edizione sarà sullo scaffale al prezzo di 30,50 euro circa. «Il progetto dell’Edizione per la Cuvée Prestige è nato prima del lockdown – spiega Zanella – ma è proprio durante quel periodo che lo abbiamo affinato e concretizzato. La volontà è quella di dare un’identità alla nostra etichetta di maggior successo, farne capire il pregio, consentire agli appassionati di fissare nella memoria gustativa le diverse sfumature e peculiarità di ogni annata». L’Edizione 42 è composta da 139 vini differenti provenienti da 141 paticelle di vigna e da 4 diverse annate, è stata affinata sui lieviti 25 mesi, ha un dosaggio di 2 g/litro ed è un metodo classico croccante, fine e con l’inconfondibile fragranza di frutto che contraddistingue Ca’ del Bosco. Lime ed erbe aromatiche danno un tocco peculiare a questa edizione composta per l’83% da Chardnnay, 12% Pinot Nero e 5% Pinot Bianco. Ad aprire 2021 uscira anche la Cuvée Prestige Edizione 43 Rosé.

Ma non è finita, perché la voglia di dimostrare quanto grande può essere questa etichetta, hanno spinto Zanella e i suoi a sfidare se stessi e alzare ancora più in alto l’asticella con una versione RS, acronimo di Recentemente Sboccato, che fa fare un salto indientro nel tempo di almeno 10 anni. Così a novembre 2020 sarà rilasciata una confezione speciale con la prima verticale di 5 diverse Edizioni RS: nr. 34 (3 bottiglie, annata base 2009), nr. 33 (3 bottiglie, annata base 2008), nr. 32 (1 bottiglia, annata base 2007), nr. 31 (1 bottiglia, annata base 2006) e nr. 30 (1 bottiglia, annata base 2005, ossia il primo anno di nascita di Cuvée Prestige). Saranno 500 box che saranno in commercio a circa 700 euro. Dal 2021, con cadenza annuale, verrà rilascait una nuova Edizione RS, in cofanetto da 3 bottiglie.

Degustate una dietro l’altra, queste prime 5 Edizioni RS sono un avvincente viaggio nel passato, sono cartoline dai colori nitidi, stralci di poesie che raccontano paesaggi, territori, terroir e vita, dove più in là con gli anni sa va, più il vino soprende: è il caso della nr. 31, con il suo gusto lievemente affumicato e tostato e seducenti note di crema al limone, oppure della nr.30, speziato, ricco di note di agrumi cantidi e di una pienezza aromatica che gioca a ogni sorso con una freschezza sorprendente.

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