Mettiamoci una mano sul cuore green e pensiamo a questa iniziativa che lascia un po’ tutti spiazzati e sicuramente non felici i produttori di acqua. Sì perché la Coop ha lanciato una nuova campagna che punta ad incentivare il consumo dell’acqua del rubinetto per tagliare inquinamento e costi di logistica delle acque minerali in bottiglia. Si chiama “Acqua di casa mia” di Coop, leader della gdo in Italia, che snocciola almeno due buoni motivi perché gli italiani, primi consumatori d’Europa e terzi nel mondo di acqua in bottiglia, ritornino alla “fonte”: per ogni 100 litri di acqua che viaggiano per 100 chilometri su gomma, si emettono 10 chili di anidride carbonica, ma se sgorgano dal rubinetto, l’impatto è di appena 0,4 chili. E poi «l’acqua di rubinetto è nettamente migliorata negli ultimi anni anche in base alla direttive europee», spiega Renato Drusiani di Federutility, che riunisce il 95% delle aziende di gestione dell’acqua. Coop punta anche sull’uso più ecologico dell’acqua nei supermercati, sull’alleggerimento (come altri) delle bottiglie, e sul consumo di acqua di sorgenti vicine a dove si vive. La reazione dei produttori? «L’accanimento contro la minerale come prodotto rischia di creare un grave danno economico, non solo ai produttori, ma ai milioni di persone che ci lavorano», ha detto Alberto Bertone, presidente di Fonti di Vinadio Acqua Sant’Anna.
Da amante dell’acqua con le bollicine, credo che non potrò farne a meno… Ma chi consuma acqua naturale potrebbe iniziare a pensarci seriamente…