Quando penso a Joska Biondelli non posso fare a meno di paragonarlo – e non per la seppur incredibile somiglianza – a Russel Crow nel film Un’ottima annata (titolo originale A Good Year), dove il “gladiatore” interpreta il ruolo di Max Skinner, cinico broker londinese. Come lui, probabilmente anche Joska oggi avrebbe l’ufficio in qualche piano alto di Wall Street o della City e come lui se Joska non avesse sentito il richiamo della terra la sua vita non sarebbe cambiata dall’oggi al domani.
[tube]http://www.youtube.com/watch?v=bV5ET6KrT7A[/tube]Il risultato di queste scelte di vita si sublima in appena due etichette di Franciacorta – anche se tra un po’ debutterà anche la versione rosè – che hanno dentro la freschezza della gioventù – Joska ha suppergiù 30 anni – e l’eleganza di una famiglia di consoli come quella da cui proviene. In questo, ci hanno messo lo zampino anche il campione del mondo dei sommelier 2010, Luca Gardini, e l’enologo Cesare Ferrari.
Cantine Biondelli firma un Brut e un Satèn in Franciacorta, grazie ai 10 ettari di proprietà tutti coltivati Chardonnay per il Franciacorta e poi Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Nebbiolo e Barbera per il Curtefranca Rosso, attualmente in regime di conversione biologica. La particolarità del Satèn è c nella scelta di proporre un prodotto pas dosé, caso più unico che raro per questa tipologia. Ne risulta uno spumante secco ma elegante, dove l’acidità e la sapidità sono ben bilanciate, con un perlage cremoso e una buona morbidezza. Io, però, preferisco il Brut, più secco e ruvido, comunque piacevolissimo.
Ma di cose, questa realtà, ne ha davvero molte da raccontare. A partire dalla sede della cantina, ospitata in una cascina cinquecentesca edificata di fronte allo storico castello medioevale di Bornato (oggi Villa Orlando) e all’inizio della splendida Valle del Longarone racchiusa tra gli abitati di Bornato, Cazzago San Martino e Calino. Gli stessi luoghi in cui nel 1438, durante la guerra tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia per il controllo di Brescia e Bergamo, si verificarono i combattimenti tra le truppe milanesi guidate da Nicolò Piccinino e le milizie venete condotte dal bresciano Antonio Martinengo e da Erasmo da Narni detto il Gattamelata. La proprietà, detta Breda (termine che indica un podere di più campi distribuiti intorno a una casa colonica derivante dal latino “proedium”, o dal longobardo “braida”), fu acquisita nel periodo immediatamente successivo alla fine del secondo conflitto mondiale da Giuseppe Biondelli, futuro Ambasciatore d’Italia e allora Console Generale a Innsbruck in Austria.
C’è molto di più da scoprire. Non vi resta che farvelo raccontare da lui e dalle sue bollicine.