Imbutino, un nuovo formato di pasta

Nel XXI secolo è ancora possibile inventare nuovi formati di pasta? Anche se potrebbe sembrare strano, basta provare a chiedere all’ufficio brevetti dove decine e decine di “prototipi” sono registrati, alcuni anche firmati da grandi nomi del design italiano e internazionale, sembra proprio di sì. Di novità, quindi, ce ne sarebbero veramente tante ma guarda caso la stragrande maggioranza delle volte, per non dire sempre, non arrivano mai al torchio. Un formato di pasta non deve essere solo bello, particolare, strano ma anche e soprattutto funzionale e rispettoso di una serie di parametri ben specifici. Ricordiamone alcuni: deve essere a suo modo bello, deve mantenere la forma e cuocere uniformemente, si deve però scolare dall’acqua di cottura in modo veloce e pratico e parallelamente deve sapere raccogliere il sugo o il ragù. Altre caratteristiche fondamentali perché possa essere messo in commercio è che la parte liquida del condimento possa uscire ma tenendo le pezzature più grandi e, infine, sarebbe bene non si impilasse o attaccasse. Non sono poche, e nemmeno banali, le caratteristiche appena elencate e per questo se difficilmente sugli scaffali dei supermercati o nei piatti dei ristoranti troviamo forme nuove di uno dei simboli indiscussi della dieta mediterranea e della cultura italiana, un motivo c’è. Almeno questo è successo fino a l’altro ieri quando, invece, qualcosa di nuovo, in termini di pasta, ha fatto breccia. Siamo a cavallo del 2017… Scopri di più su https://www.fancymagazine.it/cover/la-signora-dell-imbutino/
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