Il lato più femminile del Brunello

Se dovessi provare a immaginare la quinta protagonista di Sex and the city, dopo Carrie Samantha Charlotte e Miranda,  mi ispirerei a Giovanna Neri, anima di Col di Lamo, cantina di Montalcino. 

Me la immaginerei come lei, energia allo stato puro (e infatti l’arancione è il colore della sua azienda), tenacia da vendere, ringhio pronto all’occorrenza (che capita spesso di dover usare, visto che, a quanto racconta Giovanna, il vino in Toscana è ritenuto ancora un affare solo da uomini), ironia a profusione (segreto di lunga vita) e risata sempre a portata di mano. Il tutto condito da un’eleganza innata e da una passione per il vino scritta nel DNA.

Giovanna, infatti, è figlia d’arte di quel Giovanni Neri che nel 1971 fondó Casanova di Neri, una delle aziende migliori di Montalcino. Al lutto per la morte del padre, Giovanna deve aggiungere anche momenti non facili della propria vita privata e delle questioni ereditarie. In breve tempo si ritrova mamma single di una bimba piccola e vignaiola indipendente, con 80 ettari di terra e nemmeno un trattore per ararla. Ma la tenacia, la voglia di riscatto e l’amore per la vigna la guidano verso una strada difficile ma piena di soddisfazioni. La più grande sicuramente quella della cantina nuova di zecca, tirata su in meno di un anno, che Giovanna definisce la sua «scarpetta di cristallo». 


E lei certamente è la principessa che la calza a pennello e che veste con orgoglio anche i panni di Cenerentola, perché in un’azienda piccola come la sua c’è da fare di tutto, persino cucinare per gli ospiti (io in questo caso) la parmigiana fatta con le melanzane appena raccolte nel suo orto. 


Giovanna si racconta come un fiume in piena, schietta e orgogliosa che la sua sia una realtà tutta al femminile, eccezion fatta per Yarek, gigante buono di ogni favola che si rispetti. 

E i vini? Conoscendo Giovanna forse te li aspetteresti più istrionici, invece di lei rappresentano la quintessenza della sua eleganza e quel lato delicato che forse ha dovuto nascondere chissà dove per barcamenarsi solo con le sue forze nella jungla quotidiana. 

I suoi sono vini non pastosi, non austeri come i Brunello di Montalcino classici a cui la tradizione ci ha abituati. Sono un’interpretazione moderna e molto femminile di vitigni e vini maschi, che solo la mano di una donna coraggiosa poteva provare a cambiare.

Del resto, il motto di Cenerentola è

Sii gentile e abbi coraggio

Nessuno, più di Giovanna Neri, mi ricorda questa frase. 


Col di Lamo, quel che c’è da sapere in sintesi

Sito: http://www.coldilamodigiovannaneri.com/home/di 

Terreno: i vigneti sono posti in zone collinari a un altitudine che varia dai 250 ai 300 metri sul livello del mare. I terreni sono di medio impasto con presenza di scheletro e percentuali variabili di argilla.

Uve impegate: Sangiovese grosso 

Sistema di allevamento: guyot e cordone speronato.

Tecniche di produzione: selezione a mano dei grappoli raccolti in cassette. La fermentazione avviene senza aggiunta di lieviti con lunghe macerazioni sulle vinacce a temperatura controllata con frequenti rimontaggi scalari. Al termine della fermentazione malolattica il vino viene travasato in tonneaux e botti di legno per un periodo minimo di due anni.L’invecchiamento prosegue poi in vasche di acciaio fino all’imbottigliamento. L’affinamento in bottiglia prevede almeno sei mesi di riposi prima della commercializzazione. 

L’azienda è in conversione da due anni a biologico e le tecniche di cantina come la cura dei vigneti sono effettuate in maniera più naturale possibile come la tradizione vuole.

E qui in foto il matra di Giovanna.

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