Si chiama “HMS Flake 99” e viaggia alla velocità di 5 nodi lungo il Tamigi, dal Parlamento Inglese al Big Ben. È stato creato per celebrare la “National Ice Cream Week” e viene condotto da Dave Mounfield, un comico di Brighton: serve coni e gelati in un tour nazionale che parte dai canali di Londra e intende arrivare a Venezia il prossimo anno.
L’industria del gelato è cambiata parecchio: la distribuzione in Inghilterra 50 anni fa era affidata a 20mila camionicini come questo, che giravano per le strade, i parchi, oppure stazionavano fuori dalle stazioni della metropolitana e davanti alle scuole. Oggi ne sono sopravvissuti appena 5mila. Così per contrastare la penuria di furgoni dei gelati, un produttore inglese ha commissionato a Dave Mounfield il compito di riportare la distribuzione al dettaglio in auge, con una presenza anche in aree poco battute, partendo proprio, con il camioncino anfibio, dalle acque del Tamigi.
Ma chissà quanto costerà questo gelato, visto che in Italia una vaschetta da chilo oscilla tra i 14 e i 24 euro: tanti, troppi, se si pensa che nel 2001 un cono costava da 1500 lire a 4mila lire, mentre nel 2008 si sborsavano da 1,50 euro a 3,50 euro: un rincaro in media del 78,5%, che diventa del 92,8% per la coppetta. E anche le vaschette da chilo non scherzano: nel 2001 si spendevano 18mila lire (9,29 euro), nel 2008 14,50 euro (+56%), oggi 18 euro medi circa… Esattamente il doppio del 2001. Caro latte, cara energia, caro affitto non sono sicuramente una buona motivazione per far pagare come un chilo di prosciutto il buon vecchio e caro (in tutti i sensi, non solo affettivi) gelato.
vero che il gelato costa, ma i costi per produrlo sono comunque alti. senza calcolare il fatto che se piove sempre si vende meno.