Il cocktail preferito dagli italiani? Il Negroni. Il cappuccino più caro? A Bolzano. Il mondo dei barman (e non solo) in fiera a Carrara

Tra i circa cinquanta cocktail riconosciuti a livello internazionale, quello che gli italiani preferiscono, secondo la Fib (Federazione italiana barman), è il Negroni. Il cocktail a base di gin, Campari e vermouth rosso è infatti quello più ordinato, soprattutto all’ora dell’aperitivo. Un orgoglio particolare visto che il Negroni è nato in Italia, a Firenze per la precisione negli anni ’20 del XX secolo al caffè Casoni, grazie alla fantasia del conte Camillo Negroni, il quale decise di sostituire al seltz del suo amato Americano (altro tra i preferiti) del gin per riassaporare il ricordo dei suoi viaggi londinesi. Tornando alla classifica dei più amati dagli italiani, tra quelli di nuova generazione c’è da segnalare i vari Sour, apprezzati soprattutto in discoteca dai più giovani, ma anche il Long Island, il Moscow Mule e il Cosmopolitan.

Dai cocktail al cappuccino per scoprire dove si paga più salato. Si va dall’1,03 euro di Roma all’1,56 euro di Bolzano, con in mezzo l’1,27 euro di Milano. Significativamente alte le cifre anche tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: a Trieste un cappuccino costa 1,48 euro, a Verona 1,42, a Pordenone 1,41 euro. Dato curioso, a Palermo il cappuccino costa in proporzione molto più del caffè: 0,88 euro per un caffè contro ben 1,46 euro per un cappuccio.

Ma quanti bar ci sono in Italia? Il bar rappresenta una delle articolazioni forti della rete dei pubblici esercizi. Nei registri delle Camere di Commercio si contano 148.164 imprese. In sette regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 53,2% delle imprese ha forma giuridica di ditta individuale con una variabilità regionale assai sostenuta. Ne risulta una lenta ma progressiva flessione di uno spostamento del comparto verso formule organizzative meno semplici. Il 36,2% delle imprese opera come società di persone, mentre la quota delle società di capitale è circa del 9%. In questo contesto merita una segnalazione il 10,6% della Lombardia al nord, il 21,2% del Lazio al centro e il 10,5% della Campania al sud. Alle “altre forme giuridiche” che ricomprendono, ad esempio, le cooperative va una quota dell’1,1%.

Tutte queste curiosità emergono dalla XXXV edizione di Tirreno C.T., la fiera della ristorazione e dell’ospitalità in corso a Carrara Fiere fino al 26 febbraio prossimo.

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