Stucky (Giuseppe Battiston), protagonista di Finché c’è prosecco c’è speranza, è chiamato a investigare su un apparente caso di suicidio: quello del facoltoso conte Desiderio Ancillotto, che si è tolto la vita con un gesto teatrale e improvviso.
Stucky (metà persiano, metà veneziano) appena promosso, tenta goffamente di portare avanti le indagini, schiacciato dall’inesperienza e dal peso di ingombranti questioni irrisolte. Tra filari e bollicine, il tenace ispettore si confronta con bottai, osti, confraternite di saggi bevitori, realizzando che la chiave per risolvere il mistero sta nella peculiare visione della vita che anima la zona; che la soluzione al suicidio-delitto del conte passa per la sua cantina, tra vetro e sughero, alcol e lieviti addormentati.
E’ nelle sale in questi giorni il film, di cui potete leggere la recensione qui https://www.comingsoon.it/film/finche-c-e-prosecco-c-e-speranza/54272/recensione/
A quanto pare, i produttori di Prosecco non hanno finanziato in alcun modo questo film, che invece probabilmente porterà più notorietà e fascino al Prosecco e alla sua terra di tante altre iniziative di comunicazione fatte o in programma. La mia domanda, quindi, è questa: si parla tanto di comunicazione che deve cambiare e deve diventare più emozionale, ma gli operatori ne sono davvero convinti? Ne so qualcosa, con il mio progetto Wine Passport Tv Series, partito quest’anno e a cui hanno dato fiducia grandi nomi del vino italiano e che si appresta a mettere in programma la seconda stagione per il prossimo anno.
Qui sotto il primo episodio di WP mentre qui il link al canale YouTube per vedere tutte le puntate