Donna Augusta, l’ambizione del nuovo vino bianco di Bruno Vespa dedicato alla moglie

La sfida lanciata da Bruno Vespa a Riccardo Cotarella non è stata certo semplice. Creare un vino bianco che rispecchiasse l’animo caparbio della moglie Augusta, da cui questo vino avrebbe preso il nome.

Magistrato di sorveglianza sulle carceri, poi giudice istruttore del Tribunale di Roma, Augusta Iannini per dieci anni, fino al 2001, è stata giudice per le indagini preliminari e in seguito ha iniziato a lavorare per il Ministero della Giustizia. Nel 2012 è diventata vice presidente dell’Autorità Garante. Per il suo lavoro, Augusta Iannini ha ricevuto diversi premi: Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore (nel 2009), il Premio Bellisario per la Giustizia (nello stesso anno) e il Minerva alla carriera (nel 2012).

Creare un vino per una donna di questo calibro, amante dei vini rossi, è una sfida che in pochi potevano raccogliere, ma Riccardo Cotarella non è certo uno che non ama mettersi alla prova (e vincere). Così, ecco il Donna Augusta, nato dopo ben quattro sperimentazioni, «un parto difficile», confida l’enologo: un blend (che ogni anno varierà) di Chardonnay, Fiano e Verdeca, vinificati separatamente e poi assemblati, dove un ruolo fondamentale lo giocano i 6 mesi in botti create ad hoc per questo vino, con 8 tipologie di legno diverse incastonate in ogni singola barrique, 8 essenze tutte a bassa tostatura. L’ambizione è anche quella di far diventare il Donna Augusta il primo grande vino bianco di Puglia.

La prima annata, presentata oggi in anteprima, è la 2019, ma questo è un vino che ha l’ambizione di dire ancora di più la sua con il trascorrere del tempo, nonostante già oggi racconti nel bicchiere emozioni intense. In totale sono 3305 bottiglie da 0,75 numerate, 199 magnum, 49 doppi magnum e 19 bottiglie da  6  litri.

Rigore del nord e passione del sud è la sintesi che posso fare di questo vino (costo in enoteca circa 30 euro), di cui colpisce anche la cremosità: al naso profuma di origano, rosmarino, bergamotto mandorla amara, salvia, zafferano, un arcobaleno di sensazioni ricche, molto potenti, in grande equilibrio, che finiscono con nuances fumé. Un bouquet di sentori mediterranei del sud Italia, che si ritrovano anche in bocca, dove è generoso, caldo, con belle note di agrumi canditi e una spinta acida regalata dalla Verdeca.

Una nota per l’etichetta, studiata da Augusta con il designer che ha curato la ristrutturazione della masseria e l’arredamento del ristorante: qui l’elemento ricorrente è una luna d’oro, la stessa che vuole rappresentare l’etichetta, elegante e di grande effetto.

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