Cari Amici, sono stata un po’ assente da qui perché ho avuto una settimana in giro per il mondo. In sette giorni ho visitato alcuni posti più o meno interessanti di cui ora vorrei parlarvi.
PRIMA TAPPA – Ristorante Viola, Torri del Benaco (VR). Ovvero lo stellato El Caval che ha deciso «di adattarsi alle nuove esigenze dei clienti» e più precisamente, raccontano i titolari: «Il Ristorante Viola è la riedizione ragionata ed aggiornata del Caval, ovvero del luogo dove Isidoro Consolini ed il suo staff hanno saputo raggiungere l’eccellenza della ristorazione con tanto di stella Michelin». E allora perchè questa riedizione? «Semplicemente perchè Isidoro e sua moglie Viola hanno deciso di andare verso le esigenze del pubblico, cercando di offrire sempre l’eccellenza nel piatto ma a prezzi più contenuti. Il servizio è diventato più semplice ma, attenzione, non per questo meno accurato, così come l’offerta dei vini, proposti anche al bicchiere ha un elevato rapporto qualità prezzo. Il nuovo menù è stato studiato per offrire sempre e comunque prodotti freschi di stagione, seguendo i dettami della cultura Slow Food, confezionati e serviti in formati destinati alla soddisfazione e al piacere del commensale. La qualità è una caratteristica irrinunciabile nel locale condotto da Viola e il suo staff, come é l’ambientazione diversa dal solito per l’originalità delle decorazioni, che sono state rinnovate e sempre restano inaspettate e spiritose. In conclusione, cercando un posto dove mangiare qualcosa di molto buono, spendendo cifre che non facciano piangere il portafoglio, Viola non vi deluderà». E non mi ha deluso, infatti. Ho assaggiato un insalata di songino e gamberi con una leggera salsa di guacamole molto fresca e gustosa, quindi dei tagliolini al tartufo del Monte Baldo ottimi e abbondanti, una frittura di pesce di lago leggerissima e perfetta, un rombo arrosto semplice quanto squisito e, dulcis in fundo, un delizioso semifreddo alla pesca. Golosissimo anche il cestino del pane (super i grissini). Carta vini onestissima (ho ordinato un Lugana
Cà dei Frati a 15 euro). Tovagliette di tessuto-non-tessuto viola, graziosissime, tavolini sul terrazzo, sotto un esplosione di gelsomini, servizio cordiale e simpatico, portacandele fatti con barattolini di vetro riciclati, menu fatti… come vedete nella foto qui sotto. Prezzo? 35 euro a testa, vino incluso. Trovo davvero intelligente, onesta e coraggiosa la scelta di Isidoro e di sua moglie. Bravi ancora una volta, in tutti i sensi.
SECONDA TAPPA – Santo Stefano Belbo (CN). Dopo Viola, via in direzione del paese natale di Cesare Pavese, dove mi aspettavano per ritirare il premio “Il vino nella letteratura”, concorso collaterale al più noto premio letterario. Mi ha fatto enorme piacere ricevere il riconoscimento per “Il Menu del Vino” soprattutto per la motivazione della giuria: «Libro originale e interessante, fin dalla sua veste grafica, che si presenta davvero innovativo : infatti l’autrice, ribalta il metodo tradizionale della scelta del vino che generalmente segue quella dei cibi. Invece qui si pone l’accento sul vino come elemento principe del pasto e dalla scelta del vino si procede a ritroso. Tale procedimento, è evidente, non è solo questione formale, ma una vera e propria rivoluzione culturale. Interessanti le proposte dei menù suggeriti per accompagnare i vini che l’autrice presenta». Il primo premio è andato ad Attilio Giacosa e Mariangela Rondanelli, con La verità sul vino, Castello di Grinzane, Vino e salute. Osservatorio Nazionale sul consumo consapevole del vino, 2008. La giuria, presieduta dalla prof.ssa Giovanna Romanelli, già docente alla Sorbona, e composta da Luigi Gatti, Arnaldo Colombo, Luciana Calzato e Giuseppe Brandone e Elena Bartone, ha assegnato i premi consistenti in una ricca selezione di vini e spumanti, messi a disposizione dalla Cantina Sociale “Vallebelbo” di Santo Stefano Belbo, sponsor ufficiale della manifestazione.
Niente sosta gastronomica, ahimè: ogni tanto bisogna fare un po’ di dieta!
TERZA TAPPA – Marc Jacob’s Bistrot. Pare che sia il posto più glamour per Milano Estate 2010. Boh. Posto normale, insalatone, club sandwich, alcuni piatti dai nomi interessanti, ma quando sono stata io la cucina aveva subito lavori fino alle 12 ed il menu per quel giorno si era ridotto…
QUARTA TAPPA – L’Andana, ristorante Trattoria Toscana, Castiglion della Pescaia(GR). Che dire di questa magnifica tenuta dove il tempo sembra fermarsi e anche la luce, qui, pare illuminare di una luce speciale tutto il contesto, come non fa appena si varca l’enorme cancello per tornare nella realtà della statale che porta a Castiglion della Pescaia… Tutto, qui, è curato nei minimi particolari: un servizio perfetto, in un posto perfetto. Ed è così raro trovarne. Per chi non lo sa, questo è il relais-cantina e tra poco agriturismo di alto livello di Moretti, il costruttore edile e produttore di vino (ma non solo), proprietario di Bellavista, Contadi Castaldi, dell’Albereta di Gualtiero Marchesi e Chenot, ecc. ecc. Qui in Toscana, invece, ha affidato la regia ad Alain Ducasse… Al relais soggiornerò a fine luglio, per un’occasione molto speciale, mentre l’altro giorno sono stata a cena al ristorante aperto agli esterni, la Trattoria Toscana, location adiacente all’antica casa che ospita l’hotel, dall’atmosfera calda ed accogliente, ma elegante al contempo. Con il forno a legna dove tutte le mattine viene cotto il pane e una cantina vini inscatolata in un cubo di cristallo dove le pareti sono le bottiglie, assolute protagoniste. Il ristorante ha una stella Michelin e non delude. Ottimo il servizio e buoni i piatti, come il tortino di melanzana, i lunghetti con gamberi, capelonghe, cicale, vongole, il soufflè con crema di pistacchio. Ecco qui un po’ di foto, ma non del ristorante perché la GeishaGourmet questa volta si era dimenticata di caricare la macchina fotografica…
QUINTA TAPPA – Ristorante Antonietta, Castiglion della Pescaia (GR). Premessa. Io dormo sempre con la televisione accesa, non posso mettere nemmeno l’auto-spegnimento perché mi sveglio. Una notte, verso le 4, mi sono svegliata e, sulla Rai, Maurizio Costanzo stava intervistando Antonio, pescatore 96 che ancora tutti i giorni esce con la sua barca per andare a caccia di pesce fresco per il ristorante Antonietta di Castiglion della Pescaia. Mentre mi riaddormento continuo a ripetermi “Non ti dimenticare: ristorante Antonietta, Antonietta, Antonietta…”. Al risveglio prendo nota e mi riprometto di andarci. Antonietta è un locale storico, nato negli anni Cinquanta da una famiglia di pescatori: il suo cavallo di battaglia è il risotto alla pescatora, in rosso, al coccio. A vederlo passare e depositare su di un tavolo pare superlativo, ma io non lo posso ordinare, perché lo fanno solo su prenotazione. Ripiego sugli antipasti misti della casa (vedi foto), dove primeggiano le sarde marinate con cipolla rossa ed il calamaro impanato, per il resto tutto abbastanza “normale”, come la pasta fatta in casa alla marinara e la grigliatina di pesce. Buono il fritto misto. Ho speso 90 euro in due, vino “onesto” incluso, e mi è parso forse un pochino troppo, ma soprattutto le mie aspettative erano più alte di ciò che ho trovato.