La notizia è finita un po’ su tutti i giornali e i Tg ed è una delle novità hi-tech più chiacchierate del momento. Una società californiana ha inventato un camerino virtuale per negozi di abbigliamento e accessori di moda. Alla base di Swivel, l’invenzione di FaceCake Marketing Technologies per provare abiti senza spogliarsi, c’è il Microsoft Kinect, la tecnologia che trasforma i movimenti del corpo umano in comandi per un dispositivo elettronico. Con l’aggiunta di una webcam e di uno schermo a grandezza umana che funziona da specchio, ecco che il camerino reale e virtuale è bello che pronto: funziona alla perfezione con abiti, scarpe, borse, cinture, collane, sciarpe, e ogni oggetto indossato segue i movimenti della persona reale anche quando si muove o si gira.
Ma se questa è l’ultima innovazione che probabilmente rivoluzionerà il commercio al dettaglio e molti altri settori (ci sono già tentativi di simulazioni simili con gli ambienti casalinghi per l’arredamento, in 3D), a Trento siamo molto più avanti. Da noi i camerini virtuali ci fanno un baffo, perché non ci servono e quindi non ci sono. Cosa diavolo sto scrivendo? Provate a entrare in quel negozio aperto da qualche mese, affacciato su Largo Carducci ma con la maggior parte delle vetrine nella galleria-passaggio che da lì porta in via Roggia Grande (dove c’è, per intenderci, anche il ristorante pizzeria La Posada). Il negozio vende al 90% T-Shirt e maglie, e qualche accessorio. Era da un po’ che volevo farci un salto e così una mattina, in anticipo a un appuntamento, sono entrata.
«Vorrei provare questa maglietta», ho detto alla signora che stava dietro la cassa.
«No, mi spiace, non è possibile, non abbiamo camerini», mi ha risposto.
«Come, scusi?», ho chiesto ancora, pensando di aver capito male.
«Non può provare la maglietta, signorina. Siamo un negozio di accessori e non abbiamo previsto di avere camerini», è stata la replica che mi è arrivata come da un altro pianeta.
A parte che maglie e magliette non mi risulta siano ascrivibili nella categoria accessori, come è possibile pensare che una persona acquisti un capo di abbigliamento senza provarlo? Una cosa impensabile, tanto che si sono attrezzati anche i venditori ambulanti: il loro furgone è diventato uno spogliatoio confortevole per i clienti, con tanto di riscaldamento invernale e refrigeramento estivo. In quel negozio modernissimo in pieno centro a Trento, tutto vetrine, spazi bianchi e design essenziale, invece, il camerino non è un problema. Quello virtuale, poi, è roba de preistorici! Nossignori, lì, in quel negozio senza camerino, siamo già nel 2050, quando tutti acquisteranno tutto su internet e così anche la maglietta se la proveranno comodamente a casa e se non gli piacerà, basterà un click per restituirla e vedersi riaccreditato direttamente sul proprio conto corrente l’importo speso (tutte cose che esistono già oggi e sono in crescita esponenziale). In effetti, così basta appena un dito per fare click e comprare, il camerino non serve. E nemmeno i negozi. Sicuri che questa sia la strada giusta da seguire?
(mio editoriale su TrentinoMese, maggio 2012)