Ultimamente, ogni volta che mi trovo a bere un bicchiere di vino con le amiche è sempre la stessa storia: quando arriviamo all’argomento uomini, le single continuano a confermare incontri di maschi spenti, senza nessuno spirito d’iniziativa.
Possibile? Sí, ve lo assicuro: è vero quanto è vero che gli uomini non riescono mai a trovare nulla che voi gli chiedete gentilmente di portarvi, fosse anche un cavatappi in un cassetto vuoto. Recentemente ho visto ragazzi lanciare sguardi interessati aspettando che poi fosse una delle mie amiche ad avvicinarli, e naturalmente hanno atteso invano. Non eravamo noi ragazze a fare questo? Non eravamo noi a lanciare esche con battiti di ciglia e poi, fatto in modo di restare da sole in mezzo alla festa, contavamo fino a tre e il predestinato arrivava per iniziare il gioco della seduzione? Ingrediente fondamentale, il brivido dell’incertezza, della scoperta, della conquista (o del due di picche).
La sensazione oggi è invece di avere a che fare con “moscioni” più che con mosconi. Paurosi, insicuri, oppure troppo pieni di sè senza un perché. Come tutti quelli che ti ammiccano proponendoti un aperitivo al più presto e poi spariscono. Tu sfogli l’agenda, ti ricordi della proposta e gli mandi un sms del tipo “Sei andato a piedi in Francia a prendere lo champagne che mi avevi proposto? 😉“. Ironica, scanzonata. Risposta: “Devo studiare per l’esame di Antropologia della genesi filologica del sanscrito antico. Appena faccio l’esame ti prometto che mi dedico a te”. Ma chi te Lo ha chiesto? Gli volevi solo ricordare di quell’appuntamento che lui ti aveva strappato a tutti i costi e che sta lì sulla tua agenda affollata d’impegni, non vuota come magari immagina lui… Cosa mai lo avrà portato a risponderti in modo così egocentrico? Probabilmente una malattia molto diffusa tra maschi e femmine: l’egoismo.
Non che i mosconi si siano estinti. Sono specie sempre più rara e finora le nostre statistiche ci fanno presumere che le uniche specie rimaste appartengano almeno almeno alla classe 1975.
L’ultimo avvistato a svolazzare nei nostri cieli è un esemplare classe 1968. Belloccio, atletico, piacevole. E lanciatissimo. Chissene frega che sia un collega d’ufficio del tuo fidanzato verso cui lui nutre stima e amicizia: lui con una mano gli dá una pacca sulla spalla e con l’altra è lì che ti scrive su whatsapp. Lui ha avuto il tuo numero per una cena che hai organizzato per il compleanno del tuo ragazzo. Gli hai parlato per dieci minuti di tutto e niente, con cortesia e nulla più, e il giorno dopo aveva già iniziato a fare ronzare il tuo cellulare con messaggini più o meno ammiccanti. La faccia tosta non gli manca e nemmeno l’iniziativa. Ammirevole visto che non è un ragazzino, ha moglie e figli e pure una certa posizione lavorativa. Tu potresti sputtanarlo in ogni angolo del suo piccolo scampolo di globo e lui se ne frega. Il brivido della conquista è la sua droga. Una droga che dovrebbero distribuire gratuitamente se non addirittura somministrare obbligatoriamente come il vaccino della rosolia.
Uno cosi, lo biasimi ma in qualità di rappresentante di una specie in via d’estinzione non puoi sopprimerlo.
Un moscone che ronza come una Ferrari dá speranza a ogni donna che il genere maschile non si sia del tutto rammollito.
Con lui la tecnica migliore per togliertelo di torno è quello della confusione sessuale. Come funziona? Leggilo QUI.
Mo che strano, ed io che ero convinto del contrario, che, oltre a non esistere più le mezze stagioni, fossero le donne ad essere cambiate ed a parere “inaccessibili”.
Va bé, mi spiego meglio. Ho la fortuna di appartenere alla categoria degli “ante 68”, non ho mai avuto problemi con le donne, le ho sempre considerate la parte più interessante, almeno dal mio punto di vista, dell’umanità e ho sempre cercato di frequentarne il maggior numero possibile fino a che, come si dice, non ho trovato quella che mi ha fatto mettere la testa a posto, mi sono sposato e sono passato dal ruolo di “corteggiatore attivo” a quello di “corteggiatore passivo”, ovvero, continuo a ronzare e punzecchiare per poi, se trovo terreno fertile, scappare via con la coda fra le gambe, consapevole che mia moglie non userebbe mai l’aggettivo “innoqua” per definire una scappatella. Il mio comportamento è normale per quelli della mia età, noi non abbiamo paura delle donne, durante la nostra adolescenza non erano loro a giudicarci, ci giudicavamo, semmai, fra di noi, confrontandoci in demenziali prove di virilità fino poi a scoprire che in realtà a loro, alle ragazze, la cosa non interessava minimamente. Quando stavamo con una ragazza, quando riuscivamo a strappare un appuntamento e, magari, ad andare oltre, non avevamo bisogno di confrontarci con nessuno perché, se mai venivamo giudicati, in ogni modo nessuno ce lo faceva notare. Se e quando si arrivava al rapporto sessuale di norma il livello di confidenza e di affetto era già tale da escludere ogni timore e, si sà, quando si è sereni tutto va sempre per il meglio. Poteva esserci incompatibilità, ovvio, ma non capitava mai di sentire un ragazzo timoroso di “fare cilecca”.
Oggi le ragazze sono diverse, sanno già tutto, si aspettano le cose secondo un copione prestabilito e sono pronte a crocefiggere il malcapitato di turno se le cose non girano esattamente come vogliono loro. Si arriva spesso al rapporto sessuale già alla prima uscita, come dire “a letto con una sconosciuta”, e questo certo non aiuta. Penso che se non fossi sposato non avrei problemi ad uscire con una di queste ragazze “moderne”, alla mia età ho già visto di tutto e sono abbondantemente collaudato, ma se avessi diciott’anni ora…non lo so, credo che avrei molta, molta paura.
E poi c’è il fatto del ruolo, confuso, della donna oggi. Le donne sono autonome (giustamente) ed hanno gli stessi diritti degli uomini (sacrosanto) ma, spinte da un malinteso senso di giustizia, spesso si mettono in competizione con gli uomini in settori dove farebbero meglio a non mettersi. Voglio dire, se sul lavoro è giusto che una donna possa fare la stessa carriera dell’uomo, vi sembra possibile che, con tutti gli sport che ci sono, una donna si metta a tirare di boxe? Oltre ad essere demenziale (ci sono arti marziali dove una donna può primeggiare, ma non la boxe, perderebbe ogni femminilità per riuscirci) mettetevi nei panni del ragazzo che deve uscire con lei, secondo voi, salvo essere Cassus Clay, come si deve sentire. Questo è solo un esempio ma quando una donna eccede in manifestazioni che, di solito, sono legate ad un eccesso di testosterone come mettersi a far la gara al semaforo per chi parte prima, prende sempre l’iniziativa per prima a ristorante o, magari, decide sempre per voi, non vi sembra più simile alla brutta copia di un maschio che ad un modello di femminilità? Vi sembra che un uomo possa uscire volentieri con una donna che fa la gara con lui a chi ce l’ha più lungo?
Insomma, ragazze, se volete essere corteggiate, cercate di essere meno aggressive, date ai ragazzi il tempo di conoscervi, non giudicateli e non state sempre fra di voi. Sorridete, siate disponibili e, specialmente, ricordatevi che siete diverse, siete femmine. Fare a gara con i maschietti a chi “ce l’ha più lungo” non è il vostro ruolo, fate del male a voi (che tanto potete fingere finché volete ma proprio non ce l’avete quella cosa lì) e fate del male a loro (che giustamente sono insicuri e spesso escono demoliti da questi confronti).
Ciao, Paolo.