Oggi la parola prosecco è diventata generalizzante, col rischio reale di banalizzare e cancellare la secolare storia e vocazione delle colline di Valdobbiadene e Conegliano. Questo il pensiero di Col Vetoraz che ha deciso di rinunciare definitivamente al termine “Prosecco” e lasciando solo “Valdobbiadene DOCG” per applicarlo a tutti gli strumenti commerciali, come packaging o etichette, e a tutte le azioni di comunicazione sia tradizionale che digitale. Una scelta coraggiosa, pienamente consapevole pur se non facile, che Col Vetoraz persegue a partire dalla vendemmia 2017. Con un obiettivo chiaro e significativo: rimarcare il valore della propria identità territoriale e diffondere un messaggio chiave che, ora più che mai, diventa necessario far arrivare al pubblico di consumatori italiano ma anche estero.
L’azione intrapresa da Col Vetoraz parte proprio da questo concetto, a difesa di un’identità territoriale unica e non confondibile, costruita in anni di lavoro scrupoloso e appassionato, di ascolto e adattamento ai cicli naturali puntando all’eccellenza che oggi è il fiore all’occhiello di questa realtà di Santo Stefano di Valdobbiadene.
Quella delle colline del Conegliano Valdobbiadene è una storia secolare che improvvisamente, nel 2009, ha ricevuto un violento scossone. Per una scelta esclusivamente di natura politico-economica, Prosecco da quel momento non è più la vite che ottocento anni fa ha trovato qui dimora ideale, ma è diventata una denominazione estesa su nove province tra Veneto e Friuli. Territori privi di storia, dove la coltivazione della vite non è tramandata di generazione in generazione dalla sapienza dei vecchi, ma ha assunto una visione prettamente industriale.
Tutto ciò ha generato una situazione caotica, dove la semplice distinzione tra “Prosecco” (vino prodotto nei territori creati nel recente 2009) e “Prosecco Superiore” (vino prodotto sulle colline storiche di Valdobbiadene e Conegliano) non è sufficiente per trasmettere in modo chiaro una precisa identità.
Le colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano, da più di ottocento anni ospitano la coltivazione della vite. La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche agli uomini e alle donne che con esso sono cresciuti. Terra, clima, vino, costumi, tradizioni: in tutto questo sta il vero significato di “terroir”.
Nel corso dei secoli queste colline sono state aggraziate dal lavoro modellante dell’uomo, che ha saputo disegnare la tessitura di un paesaggio incantato. Da questa terra eletta, oggi Patrimonio UNESCO,originano vini gentili, veri signori del benvenuto, complici di indimenticabili momenti di condivisione e interpreti perfetti della natura intrinseca del Valdobbiadene DOCG.