CasaClima Wine è stato creato nel 2010 dall’agenzia altoatesina KlimaHaus, da anni impegnata nella promozione dell’efficienza energetica degli edifici. La prima cantina certificata è stata, a fine 2010, Pfitscher, azienda vitivinicola di Montagna, in provincia di Bolzano. La seconda, qualche mese fa, la cantina San Polo, a Montalcino, e la terza sarà Mamete Prevostini di Sondrio, che per l’occasione festeggerà il prossimo 23 settembre. Altre cinque cantine stanno lavorando per ottenere il sigillo CasaClima Wine, che prevede linee guida applicabili alle cantine in fase di progettazione e di nuova realizzazione, ma anche metodi di analisi e criteri di ottimizzazione per la ristrutturazione di cantine già esistenti.
“Una cantina è molto diversa da un edificio residenziale per diversi aspetti: dai consumi energetici quelli idrici, fino alla grande quantità di imballaggi utilizzati. Per questo abbiamo pensato a una certificazione ad hoc, incentrata soprattutto sull’involucro. Ne esistono anche altre, ma si focalizzano sulla gestione del vigneto e della produzione”, spiega a La Stampa Mariadonata Bancher, responsabile di CasaClima Wine. Tutti i criteri di valutazione prevedono standard minimi da raggiungere, in tre grandi aree legate all’impatto ambientale della costruzione, al benessere abitativo e lavorativo e alla qualità ed efficacia del progetto costruttivo e della gestione. L’area Natura raccoglie tutti gli standard direttamente legati al peso ecologico dell’azienda: “Il principale obiettivo è di limitare il fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Per questo è richiesta almeno una classe CasaClima B di efficienza dell´involucro edilizio per la zona riscaldata (accoglienza, uffici, abitazione etc.). I criteri di efficienza energetica CasaClima sono estesi anche alle zone di produzione, in particolare le zone di maturazione, conservazione e affinamento dei vini, che dovrebbero essere possibilmente interrate per sfruttare al meglio lo scambio termico con il terreno e ridurre conseguentemente i fabbisogni energetici per la climatizzazione. Se i locali e le strutture sono fuori terra o solo parzialmente interrate va invece sempre previsto un adeguato isolamento termico dell´involucro edilizio”, spiegano da KlimaHaus.
Agli interventi per la riduzione dei consumi si affianca l’utilizzo di fonti rinnovabili, che devono coprire almeno il 30% del fabbisogno energetico. Alle cantine è lasciata la libertà di scegliere come raggiungere questi obiettivi: “C’è chi propende per il fotovoltaico, chi utilizza gli scarti dell’azienda come biomasse, o chi usa l’energia geotermica”, continua Mariadonata Bancher. Sempre nell’area Natura sono previsti standard per garantire l’uso di materiali costruttivi a basso impatto ambientale e assicurare una gestione efficiente dell’acqua. Grande attenzione è riservata anche allo smaltimento degli scarti, che “vanno considerati ove possibile come sottoprodotti da reimpiegare per nuovi processi”. Le strade, anche qui, possono essere diverse: “Per le vinacce, per esempio, è possibile un riutilizzo in distilleria, o in vigna, per la concimazione”. Inoltre, bottiglie e scatole “dovrebbero essere in materiale riciclato o di provenienza certificata, il più leggeri possibile per limitare il consumo di materie prime e gli impatti ambientali legati al trasporto, facilmente riciclabili o riutilizzabili una volta che il prodotto è stato consumato”.
L’area Vita è invece incentrata sul benessere delle persone, con attenzione al comfort acustico e luminoso, alla qualità dell’aria interna e alla protezione dal gas radon, che in certi casi, trattandosi spesso di cantine interrate potrebbe risalire dal sottosuolo. Per ogni fase del processo produttivo è previsto un monitoraggio dei consumi per verificare l’efficacia delle soluzioni di risparmio idrico e energetico adottate.
Un percorso lungo, che può durare anche alcuni anni e che prevede una verifica biennale sui sistemi di gestione della struttura: per mantenere la certificazione bisogna infatti rispettare nel tempo tutti gli standard CasaClima. I costi (si parte da 3mila euro) variano in base alle dimensioni della cantina.
Il 23 settembre sarà inaugurata la prima cantina Casa Clima Wine della Lombardia. E’ Mamete Prevostini Mameterevostini.com