Bureau du Champagne: dati 2016

Nel 2016 il mercato mondiale dello Champagne conferma lo sviluppo a valore della filiera, grazie al ruolo dei consumatori orientati verso il segmento più alto della gamma e al peso più importante dei nuovi poli di crescita all’export.

Vediamo i dati ufficiali divulgati oggi dal Bureau du Champagne.

Malgrado una leggera flessione dei volumi (-2,1%) legata a un mercato francese debole e alla rapida svalutazione della sterlina, il giro d’affari 2016 costituisce il secondo miglior risultato di sempre (4,71 miliardi di euro) dopo quello realizzato nel 2015 (4,74 miliardi di euro).

A valore, i mercati storici dello Champagne proseguono la loro crescita dinamica, tanto nei Paesi terzi (Stati Uniti: +4,9%, Giappone: +3%) quanto in Europa (Germania: +3,4%, Paesi Bassi: +6,3%). L’Europa meridionale conferma la sua ripresa (Spagna: +1,3%, Italia: +6,4%) e i Paesi del Nord Europa nel loro insieme (Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia) crescono del 3,5%.

In più continenti numerosi Paesi confermano il loro ruolo di snodi della crescita: America (Canada: +9,4%, Messico: +12%); Africa (Sudafrica: +15,1%), Oceania (Nuova Zelanda: +25,4%) e Asia (Corea del Sud: +14,2%); Cina, Hong-Kong e Taiwan mantengono un forte potenziale.

Nella maggior parte dei Paesi, si conferma quindi il modello di crescita dello Champagne trainato dall’export e dalla diversificazione delle cuvée. Nel 2016, le esportazioni di Champagne rosè sono cresciute dell’8,6% e le cuvée speciali del 4,6%, segno che i consumatori di Champagne si orientano sempre di più verso bottiglie rare e prestigiose.

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