Niente compilation mordi-e-fuggi di bollicine per il Natale 2018. Quest’anno voglio raccontarvi 7 storie di altrettante etichette e/o cantine per spiegarvi bene perché, oltre che per l’indiscussa qualità e il gradimento mio personale, meritano di stare sulla vostra tavola delle feste, 25 o 31 dicembre che sia (e anche tutto l’anno, a dire il vero).
Iniziamo da una mia recente – quanto capace di farsi ricordare – scoperta: Drappier QUATTUOR Blanc de Quatre Blancs.
Difficilmente ho trovato un vino con una bella storia da raccontare che non fosse anche buono. E questa etichetta di Drappier, Champagne che ho scoperto – ma dove vivo?! 😅 – solo quest’anno, ne è la dimostrazione.
Quattuor indica il quartetto di vitigni che, in quantità identiche (25%), compongono lo spartito di questo Champagne decisamente rock: uno è lo Chardonnay, gli altri tre sono antichi vitigni che stavano per andare perduti per problemi storici di maturazione e/o resa, ossia Arbanne, Petit Meslier e Blanc Vrai.
L’Arbanne è un fuorilegge. I disciplinari hanno stabilito, infatti, che non possa più essere piantato, ma quello esistente può essere mantenuto e quindi reimpiantato senza aumentarne l’estensione (circa 10 ettari). È un vitigno autoctono del Sud della Champagne dalla maturazione tardiva, poco produttivo e sensibilissimo al marciume, ma che spicca per il suo gusto e il suo profumo. Il Blanc Vrai è il nome locale del Pinot Bianco, soppiantato con il tempo dallo Chardonnay, e all’assemblaggio conferisce le sue caratteristiche di leggerezza. Il Petit Meslier, infine, è un ormai rarissimo vitigno noto per saper mantenere acidità anche nelle annate più calde, un’uva capace di dare vini freschissimi, che conferiscono un vigore e un’energia agrumata di grande stoffa alle cuvée realizzate con sole uve bianche.
Insomma, Quattuor è uno Champagne che infrange ben due schemi: il primo riguarda il numero di vitigni assemblati per lo Champagne, ecumenicamente tre, oppure uno se Blanc de blancs come nel caso di questa etichetta (invece Quattour è un Blanc de quatre blancs, cioè di 4 diverse tipologie di uva, unico esempio in tutta la Champagne); il secondo taboo infranto riguarda la triade istituzionale di vitigni, Chardonnay–Pinot Noir–Pinot Meunier, di cui Quattour si infischia bellamente, utilizzando varietà dal sapore antico e dalla resa cagionevole. Tant’è che dal primo anno di produzione, il 2005, il vigneron e proprietario della Maison, Michel Drappier, ha perso ben tre vendemmie di Quattuor.
Il risultato di tutto questo? Circa 4mila bottiglie di un gran bel Champagne dalla personalità spiccata e dal bassissimo contenuto di solfiti. Un fresco profumo di agrumi, fiori bianchi e mela verde induce facilmente al sorso, che stuzzica con l’intrigante connubio di note speziate da un lato, esotiche dall’altro. Un vino per chi ama rompere le convenzioni, per chi è sempre alla ricerca di qualcosa e qualcuno in grado di stupirli , per chi sa che spesso ci sono lupi più azzurri dei Principi…
È perfetto con i frutti di mare, anche in preparazioni leggermente speziate, o come aperitivo di gran classe.
Costa 60 euro circa, ma la produzione limitata non lo rende facile da trovare. Lo comprate, ad esempio, qui.