Benoit Gouez non è un tipo convenzionale. E nemmeno uno che cerca consensi o facili approvazioni. «Il Millesimato è un partito preso, un’occasione di esplorare tutte le sfaccettature del nostro stile, ogni anno. Non cerco consenso», racconta lo chef de cave di Moet&Chandon mentre nei bicchieri vengono serviti il Grand Vintage 2008, il Grand Vintage Collection 1998 e il Grand Vintage Collection 1988.
Il target di questa linea è un consumatore che vuole essere sorpreso, non rassicurato. I nostri millesimati devono essere eccezionali, unici
Per quello, per le rassicurazioni, c’è il Moet Imperial che come Champagne non millesimo ha un solo imperativo: la costanza.
Fondata nel 1743, Moet&Chandon possiede oltre 1200 ettari in Champagne, di cui oltre 600 ettari rappresentano Gran Cru e 1/4 Premier Cru: «Essere grandi è la nostra ricchezza, il nostro punto di forza è proprio l’estensione della nostra proprietà che ci consente di essere molto selettivi nell’approvvigionamento», spiega Gouez.
Il 2008 era un millesimo molto atteso dalla maison perché ritenuta un’annata molto speciale. La trama è acida, ci trovi limone, bergamotto e mandarino ed è perfetto con un foie gras al limone candito.
Il 1998 e il 1988 sono un’esperienza che ogni wine lover dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Le annate di Grand Vintage collection sono conservate non deroghiate e quindi la 1998, ad esempio, ha maturato ben 15 anni sui lieviti (ed è perfetto con una faraona al mandarino). La 1988 ne ha fatti 25, sa di caffè e note tostate, agrumi ed «è molto esigente in bocca». Confesso, mi sono innamorata perdutamente di questo ’88 e non riesco a pensare ad altro.
Se il 2008 si può acquistare in formato singolo, 1998 e 1988 si trovano solamente in un cofanetto in cui poter fare una verticale da brivido 2008-1998-1988 (online sono quasi tutti esauriti, uno lo trovate qui), la stessa che ho avuto la fortuna di fare io in compagnia di Benoit negli spazi dell’Hotel Gallia di Milano.
Ultima nota. Il 2008 è disponibile anche nella versione Rosé, di cui Gouez, chef de cave della maison dal 1998, rileva un trend: «Fino a 10 anni fa in Champagne si produceva appena il 3% di Champagne Rosé, oggi la percentuale si attesta attorno al 10%. Per noi è oltre il 20% del nostro totale prodotto».