Cari lettori e care lettrici di GG,
dopo 9 mesi di gravidanza e 7 mesi di lavoro da mamma mi sento abbastanza pronta per poter affrontare questa nuova rubrica, VITAFRITTA STORIE DI UNA MAMMA INCASINATA, dove vi racconterò i miei punti di vista su tutto quello che riguarda la maternità e gli atteggiamenti sociali e culturali nei confronti dei bambini e dei genitori.
E’ domenica mattina e questo è il giorno delle bollicine. La domenica stappo sempre uno champagne o un metodo classico italiano – Franciacorta o Trentodoc, o anche altre sperimentazioni lombarde, siciliane, sarde… -: oggi, ne sono certa, sarà la volta del mio amato Theophile, bolla francese firmata Roederer (quello del blasonato Cristal). E mentre mi pregusto il momento in cui stapperemo questa bella bottiglia, me ne sto sotto il mio piumone con Leonardo James (il mio “champagne” di 7 mesi) che stamattina è particolarmente allegro e casinista. Ogni volta che ti guarda, questo bambino, che sia io o un estraneo, ha sempre un sorriso… Ha un sorriso per tutti, ed è una cosa meravigliosa.
Nonostante questo, non posso dare ragione alle signorotte perbene fatte tutte di luoghi comuni, che sembrano recitare un copione scritto sempre dalla stessa mano. Ecco la successione di affermazioni/domande relative al mio bebè:
– mah, è tuo?! (lo so che essendo una over 35 ormai avevi perso le speranze che mi riproducessi, e il fatto che sia sempre stata molto indipendente e disinibita ti aveva portato a rafforzare questo pensiero. Però, cosa ti fa pensare che, all’improvviso, abbia deciso di mettermi a fare la baby sitter?)
– sei contenta? (non è che è nato per sbaglio, quindi è evidente che sono contenta. se poi mi chiedi se sono contenta di non sapere più cosa vuol dire dormire una notte intera senza svegliarmi, no, non sono contenta, preferirei starmene sdraiata a Blondie Beach ad Aruba, ma non posso lamentarmi, perché Leonardo J. comunque è un bambino fantastico)
– è bravo? (è un bambino piccolo, è bravo a prescindere. non è che se si sveglia di notte perché ha fame è cattivo; non è che perché fa la cacca di un elefante e imbratta tutti i vestiti appena puliti è cattivo; non è che perché di giorno non dorme nemmeno a pregarlo è cattivo; etc. etc. etc.)
– eh, certo, è proprio vero che i bambini sono la gioia più grande, vero?! (ma che vita di m… hai? scusami, sai, ma io di gioie grandi ne ho avute altre in quasi 40 anni di vita. Che so, per rimanere sul classico, il matrimonio, la laurea, qualche successo sul lavoro… Ogni volta che viene dato alle stampe un mio libro, alcuni articoli particolarmente importanti che ho scritto per giornali nazionali o locali, le mie foto sulle riviste… Diverso è se penso a qualcosa che mi apra il cuore più di Leonardo… La tenerezza che ti suscitano i bambini, specie quelli più felici e dolci, è difficile da replicare, forse ci vanno vicino gli animali)
– non sarà vestito troppo/troppo poco. versione 2: non avrà troppo freddo/caldo? (unica risposta possibile: Ma certo, lo sto facendo apposta per farlo ammalare)
– ma come mai il bimbo è biondo se vuoi due siete mori? (unica risposta possibile: ma signora, il postino però era biondo, sa…)
– naturalmente sarai stanca, eh? (se è “naturalmente”, perché me lo domandi?e comunque non più del solito)
Per le signore del luogo comune il vostro lavoro, poi, non esisterà più, non vi faranno più alcuna domanda su quello che fate per vivere, perché naturalmente ora siete mamma e quella è l’unica professione che dovreste svolgere secondo loro. Fatevene una ragione. E vi sciorineranno anche tutta una serie di frasi autocelebrative campione di stupidità come “Dove c’è la mamma, c’è tutto”, “La mamma non sbaglia mai”, “Non c’è niente di più importante della mamma”…
Io non mi sono sentita dio per il fatto di aver dato la vita a un ‘altra persona. Ho sentito che Dio mi aveva regalato l’opportunità di aiutare un’altra persona a venire al mondo e a crescere nel migliore dei modi. Penso che sbaglierò molto, che sarò egoista, che la mia personalità forte non riuscirà a mettersi da parte. Mi dimenticherò il latte o la pappa a casa, e forse anche il berretto di lana e il suo orsetto preferito. Ma penso anche che cercherò di fare del mio meglio, che gli darò tutto l’amore che posso e tutto il tempo che riesco. Ma non metterò mai da parte me stessa, i miei interessi, le mie passioni, perché altrimenti non riuscirei ad essergli d’esempio.
Forse sono una mamma non convenzionale. Forse sono una mamma degenere. sicuramente sono una mamma incasinata. E come me ce ne sono tante in giro, vero?!
ti adoro
scrivi in modo delizioso
sei ironica ed efficace
le tue news e i post su fb anche del piccolo, deliziose e mai invadenti
e grazie da 40-enne ancora senza figli, libera, disinibita di aver spiegato alla lunga gloria di donne naturalmente piegate su se stesse che esistono le persone, gli interessi e la vita insieme alla famiglia.
Scrivi scrivi che è un piacere..
Grazie Anna <3
Ma nooooo… non dimenticarti le pappe del Leo eh! 😉