È la bevanda più diffusa al mondo dopo l’acqua e in Europa è diffusa nel XVII secolo, prendendo il nome di “vino d’Arabia”.
Stiamo parlando del caffè, messo al bando dalla Chiesa che lo etichettò come “bevanda del diavolo” per via delle sue proprietà eccitanti.
Se è in Italia che ha trovato la sua sublimazione con l’espresso, gli italiani sanno davvero tutto sul caffè? Forse no, visto che non siamo nemmeno i primi consumatori di questa bevanda. Ecco 10 curiosità che – forse – non sapete sul caffè.
- Chi ne beve di più? Secondo il magazine Focus, il Paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno pro-capite. Quello dove se ne consuma meno, invece, è Portorico, con 400 grammi di caffè a persona. L’Italia si piazza solo al dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg di caffè pro-capite, dopo Svizzera, Canada, Danimarca, Austria. La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all’anno per persona.
- A che ora è meglio berlo? Dalle 9.30 alle 11.30, lo dicono le neuroscienze e la crono-farmacologia, un ramo della medicina che mette in relazione l’assunzione di farmaci o sostanze psicoattive con l’andamento del nostro naturale orologio biologico.
- Meglio il caffè espresso o quello della moka? Secondo lo studio ancora in corso dell’Istituto di Ricerca Mario Negri promosso da Tenacta group Spa con il brand Caffè del Caravaggio, ci sono differenze significative di composizione tra espresso e moka, che con ogni probabilità dipendono dalle diverse modalità di estrazione. Alla luce di questo, l’infuso moka, rispetto all’espresso, potrebbe avere maggiori proprietà antiossidanti, detossificanti e digestive, per il suo maggior contenuto di diterpeni cafestolo e cavveolo, che potrebbero renderlo maggiormente consigliabile, rispetto all’espresso, ad esempio dopo un pasto a elevato contenuto di grassi o comunque abbondante. L’infuso moka, infatti, è anche maggiormente ricco di acidi clorogenici, in particolare l’acido 3-caffeilchinio, sostanza “pro-digestiva” che stimola la secrezione gastrica e biliare.
- Moka o napoletano? Prima dell’invenzione della moka, in Italia il caffè a casa si preparava generalmente con caffettiere di tipo napoletano. Questi apparecchi, ancora oggi diffusi in alcune zone dell’Italia meridionale, sono costituiti da due recipienti posti l’uno sull’altro e separati da un filtro riempito di caffè. Quando l’acqua nel cilindro inferiore arriva all’ebollizione, la caffettiera viene tolta dal fuoco e girata. Così l’acqua, per gravità, passa attraverso il caffè macinato e ne estrae aromi ed essenze. Nella moka il processo di estrazione è analogo, ma più veloce. Infatti è il vapore surriscaldato a spingere velocemente l’acqua bollente attraverso il filtro, così, in meno di un minuto, il caffè viene estratto e riversato nella parte superiore. Il sistema migliore pare essere quello “napoletano”, perché il filtraggio è più lento e l’aroma del caffè è meno alterato dal contatto con l’acqua surriscaldata.
- Tazzina bollente? Se è vero che una tazzina fredda impedisce la formazione della crema dell’espresso, la temperatura ideale per gustare la bevanda è una tazzina asciutta, calda, ma non bollente. Solo in questo modo la crema, manterrà più a lungo le sue caratteristiche di spessore, tessitura e colore.
- Caffè in vetro o in tazza? Come il bicchiere per il vino, anche la tazzina gioca un ruolo fondamentale per il caffè. Geometria, materiale, ergonomia e capacità della tazzina sono state studiate per individuare le proprietà più adatte a esprimere il prodotto, dalla crema alla propagazione dei suoi aromi. La porcellana dura, cotta ad altissime temperature, è in grado di condurre in maniera ottimale il calore, inoltre resiste agli shock termici e agli urti rendendo le tazzine durevoli a lungo. Questo materiale permette di mantenere la temperatura del caffè (circa 65°C) in modo ottimale. Il vetro? I “puristi” del caffè probabilmente non ordineranno mai l’espresso in una tazzina di vetro, ma la cosa davvero importante è che il caffè sia buono.
- La forma della tazzina perfetta tendenzialmente deve rimandare a un “tronco di cono” o a “campana“, con la parte più larga rivolta verso l’alto e una base interna più stretta e arrotondata. La sommità deve essere sufficientemente stretta per mantenere la crema dell’espresso e per convogliare gli aromi del caffè verso il naso. Questa forma favorisce il flusso del liquido in bocca, offrendo una sensazione piacevole quando arriva a contatto con le labbra. La tazzina inoltre, deve avere anche un manico che permetta una presa facile, comoda e stabile. Una delle più belle viste in circolazione, almeno per mio gusto, è quella di Caffè del Caravaggio, disegnata dal noto designer italiano Giorgio Tedioli. Anche il colore è determinante per la degustazione, infatti viene privilegiato il colore bianco traslucido che fa risaltare i riflessi della crema, caratteristica inconfondibile di un espresso.
- Fa bene e rende più veloci. Uno studio del 2008 dell’Università di Lund in Svezia ha dimostrato che bere caffè riduce il rischio di cancro al seno, almeno per le donne che hanno una variante relativamente comune del gene CYP1A2, che aiuta a metabolizzare estrogeni e caffè. Nel 2011, la Harvard School of Public Health ha riferito di uno studio su 48.000 uomini che, bevendo sei o più tazze al giorno di caffè, hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata. Secondo uno studio dell’Università del Queensland, pubblicato sul Journal of Science and Medicine in Sport, 14 ciclisti che avevano assunto il caffè un’ora prima di una corsa guadagnavano il 2% in termini di velocità.
- Meglio cialda o capsula? Le cialde sono dosi monoporzioni nelle quali il caffè già macinato e pressato è contenuto all’interno di due veli di carta filtro. Le capsule, invece, sono dei piccoli contenitori in alluminio o plastica dove viene conservato il caffè pronto per essere preparato. I due sistemi hanno indubbiamente due punti di forza comuni, che agli occhi di molti li rendono di gran lunga preferibili alla classica moka: sono più pratiche e hanno un dosaggio standard. Le cialde, però, sono ecologiche, più economiche e con una compatibilità universale. Sono inoltre più salutari: secondo studi di Caffè del Caravaggio, e non solo, si evidenzia che nella cialda l’acqua bollente attraversa un filtro in carta vegetale 100% naturale, che non rilascia residui. Sembra che non si possa dire la stessa cosa delle capsule: il getto d’acqua bollente che deve bucare l’alluminio o la plastica di cui le capsule sono composte rischia di portare con se alcuni residui di queste sostanze anche nell’espresso.
- Le carote bevono caffè. Come noi, anche le carote adorano il caffè: se aggiungerete un po’ di fondi di caffè nel terreno in cui le avete piantate, cresceranno più in fretta. Provare per credere.