Xmas Gift 3 | Libri (piú o meno) sotto l’albero

Ho fatto un giro in libreria e, ammetto, sono rimasta delusa. Facciamo una carrellata tra i libri di cucina in testa alle classfiche…

 

 

 

Un giorno mi è capitato di guardare il suo programma su La 7. “io faccio così per evitare la menata di tenerlo in forno 2 ore”, ” io uso quella del supermercato perché sai che menata sennò farla?!”… Una menata continua e cosi ho capito: la Benedetta è il simbolo della casalinga media, “che sai che menata fare da mangiare tutti i giorni?”. Niente colpe, ma solo differenze: per noi la cucina è passione.

 

 

 

 

 

 

 

Se vuoi fare il Figo usa lo scalogno??? Eccola qui che alla fine è uscita l’anima da macho truzzo del ricciolo di Masterchef. E poi, lo scalogno? Se vuoi fare il Figo, che so, usa la cipolla di Fuentes, oppure il pomodoro piennolo, l’aglio di Sulmona… Cioè, chef Cracco, anche se sono una delle poche donne italiane che non è innamorata di lei, da lei mi sarei aspettata un po’ più impegno nell’innalzamento della cultura media…

 

 

 

 

 

 

 

 

L’apice del trash in libreria penso che lo tocchi questo libro: ma come, lottiamo da anni per la parità, la non discriminazione, l’eguaglianza e adesso venite a dirmi che c’è una cucina gay e una etero?! Ma per piacere…

 

 

 

 

 

 

L’ho comprato, ma non ve lo consiglio. Così come un ricettario contiene istruzioni per piatti dolci e salati, minestre e pastasciutte, carni e pesci, salse, sughi e bevande, anche qui, in ordine volutamente caotico, si alternano riflessioni, consigli, suggerimenti e consolazioni per un campionario piuttosto variegato di eventi e di situazioni tra i quali ci si può muovere spilluzzicando: invecchiamento, nervosismo, insonnia, vedovanza, verginità, nubilato, seduzione, tradimento, godimento, gravidanza, maschilismo, mestruazioni, solo per citarne una manciata… Molte banalità. Niente che accenda.

 

 

 

Quelli che invece comprerei, sono questi libri.

 

Hugh Johnson è l’autore contemporaneo che più di ogni altro ha contribuito alla letteratura sul vino. I suoi libri precedenti sono stati tradotti in tredici lingue e hanno venduto più di sette milioni di copie. Più che un divulgatore di cultura enologica Johnson è un gigante letterario che ha illuminato e ispirato una nuova generazione di enofili a livello mondiale. Il segreto del suo successo si spiega con apparente facilità: ha la singolare abilità di arrivare al nocciolo di ogni questione con poche parole bene azzeccate, e di esporre con assoluta chiarezza anche i concetti più difficili. Con lui l’erudizione si trasforma in divertimento. Il titolo originale del libro è ‘The Story of Wine’, story e non history, ossia racconto piuttosto che storia.

 

 

 

 

Intorno alla fine del XIX secolo, l’autore di “Cuore” organizzò con “undici amici”, professori tra cui spiccano i nomi di Lombroso, Arcangeli, Lessona, un ciclo di conferenze pubbliche, che riscossero un grande successo, aventi per tema, appunto, il vino. Ciascuno dei relatori affrontò l’argomento rapportando, di volta in volta, il vino alla leggenda, alle lettere, alla patologia, alla fisiologia, alla chimica, alla botanica, al commercio, al delitto, alla poesia, alla storia naturale. De Amicis intervenne in conclusione descrivendo gli effetti psicologici dei vino sull’intelligenza, l’immaginazione, il sentimento. Un discorso ricco di notazioni argute, divertenti e divertite sulle piccole debolezze di tutti noi.

 

 

 

 

Auguste Escoffier è stato il più celebre degli chef francesi, l’uomo che ha modernizzato e codificato la cucina transalpina, trasformando la Francia nella patria della gastronomia mondiale. Il suo talento rivoluzionario sta nell’aver capito il ruolo che la scienza avrebbe giocato nell’arte culinaria, un’arte che avrebbe dovuto sforzarsi di cercare sempre di più la semplicità e la genuinità degli ingredienti, evitando inutili sofisticazioni. Ha realizzato una sintesi tra la passione rivoluzionaria ma un po’ delirante di Carême, la schiva operatività misticheggiante di Adolphe Dugléré e l’entusiasmo professionale e pubblicistico di Urbain Dubois, con un talento creativo e un senso dell’organizzazione abbastanza unici. Molte le sue ricerte consegnate alla storia: Pesche Melba, Cosce di Ninfa Aurora (cosce di rana), Insalata Réjane, Mignonette di Quaglia Rachel. “Guida alla Grande Cucina”, battezzato con modestia da Escoffier “aide mémoire” (promemoria), contiene più di cinquemila “formule”, ricette che costituiscono a tutt’oggi la base dell’arte culinaria. Tutti i grandi cuochi della nostra epoca riconoscono in Escoffier il grande precursore, semplificatore e ordinatore di menu e ricette. Questa che presentiamo è l’unica traduzione integrale dell’opera realizzata in Italia, completamente revisionata da Marco Guarnaschelli Gotti che ne ha aggiornato termini, glossario e quantità in base alle contemporanee usanze professionali e impreziosita dalla prefazione di Gualtiero Marchesi.

Comprati, e che consiglierei:

 

 

Forse è il libro più interessante del mio 2012, di cui vi ho già parlato qui. Da  regalarsi e da regalare. Assolutamente.

 

 

 

 

 

 

E poi, prendo spunto da una foto postata sul mio facebook… A due anni dall’uscita, Sex and the wine è ancora in auge… Guardate che belle queste mie lettrici…

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