Vercesi del Castellazzo: l’Oltrepò naturale

I miei venticinque lettori su Facebook sanno che, a metà aprile, partecipai a una verticale del Pinot nero Luogo dei Monti dell’azienda Vercesi del Castellazzo di Montù Beccaria, nel “mio” Oltrepò Pavese. L’esito della degustazione (sette campioni tra il 1989 e il 1998) fu così convincente da farmi promettere a Gian Maria Vercesi che sarei presto andato a trovarlo, per assaggiare il resto della sua produzione.

Detto, fatto! Sabato 27 maggio approfitto del bel tempo e delle Degustazioni di primavera proposte dalla cantina nei fine settimana (fino al 10 e 11 giugno), salgo a Montù, arrivo in cima al paese e oltre il cancello della proprietà mi trovo affacciato su questa meraviglia:

L’incanto del luogo già basterebbe a motivare la visita, ma Gian Maria – titolare dell’azienda con il fratello Marco – mi descrive con precisione i luoghi circostanti e, soprattutto, racconta la millenaria storia dell’edificio. Molte cantine sorgono sui resti di castelli o di conventi, di chiese o di collegi: questo, negli anni, è stato tutto quanto insieme, un luogo presumibilmente già fortificato alla fine del X secolo d.C., di sicuro castello entro il XII, distrutto all’inizio del Duecento e poi ricostruito, riedificato nel XVII per ospitare un convento barnabita, cui nel Settecento fu aggiunta pure una chiesa.
Nel “Castellazzo” di oggi è difficile rintracciare le sovrapposte fasi architettoniche; resta però intatta la suggestione dei secoli, anche negli ambienti interni:

Particolare del soffitto di una sala

Il contesto ben dispone all’assaggio delle bottiglie in bella mostra, con un gran salame locale, su due lunghi tavoli. Vini doppiamente attuali questi dei Vercesi: prodotti secondo il rigoroso disciplinare VinNatur, quindi rispettosi del suolo, dell’ambiente e della salute, in degustazione risultano tutti molto piacevoli, anche se il prudente (o modesto?) Gian Maria ci avvisa che si tratta di imbottigliamenti recentissimi.

Alcuni sono più immediati, al naso come al palato: parlo del Le Marghe, Pinot nero 2015 vinificato in bianco, vivace, gradevole, fresco e pulito; del Bonarda Luogo della Milla 2016, appena mosso, bellissimo colore rubino, olfatto austero e bocca piaciona; e del raro Vespolino 2016, dall’iper-autoctona ughetta di Canneto (detta vespolina), profumato e tannico, di buona persistenza – sebbene il produttore non ci senta l’attesa speziatura di pepe verde.

I tre campioni successivi pretendono una degustazione più attenta e meditata: il Pezzalunga 2014, tipico uvaggio d’Oltrepò, rivela una nota d’erbe aromatiche marcata e insolita, quasi balsamica (timo, poi lievi sentori d’eucalipto) e tannini importanti; il Clà, Barbera 2014, sorprende per la finezza e il Bonarda Fatila – portabandiera dell’azienda – nella versione 2011 cattura il naso con un’intensità fruttata, che avvolge poi la bocca con grande equilibrio.

Chiudo con l’unico vino già assaggiato: il Luogo dei Monti Pinot nero 1998, un ragazzino che solo nei lievi riflessi aranciati mostra la raggiunta maggior età, una bottiglia che – secondo me – non dovrebbe mancare nella cantina degli appassionati del vitigno borgognone.

Info:
Azienda agricola Vercesi del Castellazzo
Via Aureliano Beccaria 36
27040 Montù Beccaria (PV)
Telefoni: 335 5456320 (Gian Maria Vercesi) e 349 7588859 (Marco Vercesi)
E-mail: vercesicastellazzo@libero.it
Sito web: www.vercesidelcastellazzo.it
Pagina Facebook: Vercesi del Castellazzo

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