Un WE sul Lago di Garda | Ecco tutto quello che non potete perdervi, anche nel piatto

Una, nessuna, centomila. L’enogastronomia del Lago di Garda è po’ così, pirandelliana: un denominatore comune, che è sicuramente rappresentato dal pesce d’acqua dolce e dagli agrumi; nessuna identità univoca perché nel suo specchio d’acqua si riflettono ben tre regioni (Trentino, Veneto e Lombardia); centomila piatti e vini tutti da scoprire, perché le tradizioni culinarie venete, trentine e lombarde qui sono capaci di creare una tavolozza di proposte dalle sfumature infinite. Shekerando bene il tutto con la storia di questi luoghi, i paesaggi, le attrazioni sportive, le proposte termali e la cultura, il cocktail che ne risulta è senza dubbio esplosivo.

Partiamo dal lembo più a nord del Lago di Garda: Riva e Torbole, in Trentino, sono la patria dei surfisti e dei velisti e qui, passeggiando tra palme e antiche rocche, non potrete perdere l’occasione di assaggiare la carne salada, le susine di Dro e i broccoli di Torbole, abbinati a fresche bollicine di Trentodoc. Di qlì, poi, scivolerete giù varcando i confini del Veneto, dove la prima tappa sarà Malcesine, da dove parte la funivia hi-tech che porta dritta sulla cima del Monte Baldo, da cui si può ammirare un paesaggio mozzafiato. Ma c’è di più: la cabina del secondo tronco – tutta vetro e acciaio – ruota su se stessa, offrendo ai passeggeri una visione a 360 gradi e la sensazione di volare. Dal Monte Baldo arrivano sul lago rinomati tartufi, erbe e fiori di montagna e, da qualche tempo, anche un intenso zafferano: prodotti che vengono coniugati in preparazioni sia tradizionali che creative (provarte da Leandro Luppi, chef e patron del ristorante Vecchia Malcesine,Via Pisort 6, tel. 045/740 0469). Castelletto di Brenzone è un’altra tappa obbligata per i gourmet: in questo paesino arroccato sulle sponde del lago, tra olivi, oleandri ed eucalipti, c’è l’Osteria Al Pescatore (Via Imbarcadero 31, tel. 045/7430702), ritenuta da molti uno dei templi d’Italia del pesce di lago. Non c’è menu, perché in tavola arriva solo il pescato del giorno: lavarelli, lucci in salsa, polpettine di cavedano, maccheroncini alla tinca, tagliolini al persico e piselli fino alle succulente aole fritte, da annaffiare magari con un rosato Bardolino. Qualche chilometro più in giù, ecco Punta San Vigilio, punto tra i più romantici del mondo. Qui, fermatevi a percorrere il viale dei cipressi in fondo al quale si trova la villa cinquecentesca, opera del Sanmicheli, con i suoi giardini all’italiana. Proseguite poi per la stradina di ciottoli che vi farà intravedere uno scorcio dell’antica limonaia con la statua della Bella Venere, il porticciolo, dal quale si può ammirare lo splendido panorama di tutto il basso lago, e la Locanda San Vigilio, uno degli alberghi più antichi d’Italia, che nei suoi cinquecento anni di storia ha ispirato artisti, conciliato umanisti e filosofi e suggellato nuovi e vecchi amori. Napoleone, lo zar Alessandro II, Winston Churchill, il Principe Carlo, Re Juan Carlos di Borbone, Lawrence Olivier e Viviene Leigh sono solo alcune delle persone che si sono rifugiati lì.

Non sarà facile lasciare Punta San Vigilio, ma il viaggio deve proseguire. Le località chic, Garda e Bardolino, Lazise con le sue terme di Colà (due laghetti e una grotta immersi in un parco secolare costellato dai cedri, cipressi, tuie, tassi e faggi), quindi Lugana, già provincia bresciana, patria dell’omonimo vino bianco, accattivante e seducente, da assaggiare magari seduti a uno dei tanti ristorantini della vicina Sirmione, abbracciata da una cinta muraria che si perde nella storia assieme alle sue antiche terme, di origine romana (da non perdere  le “Grotte di Catullo”, edificate tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C.). Attraversato, poi, Desenzano e la sua mondanità, si approda in Valtenesi, zona compresa tra il Lago di Garda e le colline moreniche in provincia di Brescia, che comprende sia comuni rivieraschi come Padenghe, Moniga, Manerba e San Felice del Benaco, sia comuni collinari come Puegnago, Polpenazze e Soiano del Lago. Questa è la patria dellolio extravergine d’oliva Dop Garda Bresciano, del tartufo della Valtenesi e dei carciofi da gustare in uno dei numerosi agriturismi della zona, dove la pasta fresca fatta in casa è un must imprescindibile, assieme alla particolarissima cassata gardesana. Il rubino Groppello e il Chiaretto color tormalina sono i due prodotti enologici da non perdere, ma ce ne sono tanti altri, da scoprire magari facendo una sosta all’azienda agricola Redaelli de Zinis, a Calvagese della Riviera, dove da nove generazioni si producono vino e olio d’oliva.

A Gardone Riviera, il Vittoriale di Gabriele d’Annunzio è un approdo certo, ma c’è ancora qualche chilometro da fare, per raggiungere Tremosine e quindi Limone sul Garda, capitale italiana della longevità e, ça va sans dire, delle limonaie. Fino agli anni quaranta il paese era confinato all’isolamento e raggiungibile solo via lago: così i centenari di Limone hanno potuto conservare nel sangue una forma mutata di apolipoproteina chiamata Apo A-1 Milano, che genera una variante benefica di colesterolo ad alta densità utile a diminuire sensibilmente il rischio di arteriosclerosi e di altri disturbi cardiovascolari. È questo il loro segreto di lunga vita. Se il Dna non si può ereditare con una semplice vacanza, provate comunque a fare un’iniezione di relax al Centro Tao del Park Hotel Imperial, favoloso 5 stelle che punta tutto sulla medicina cinese per farvi ritrovare qualche scampolo di giovinezza. Vale la pena provare. A rigenerare anima e corpo, tanto, ci hanno già pensato le centomila prelibatezze che avrete gustato prima di approdare fin qui.

 

(mio articolo su mensile A Tavola, luglio 2012)

 

 

 

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