TrentoDoc Soap | Bistrattato anche dalle Osterie Tipiche Trentine

Il nuovo disciplinare del marchio di prodotto Osteria Tipica Trentina, sfornato dalla giunta provinciale il 20 gennaio, ha fatto discutere per l’inserimento della possibilità delle strutture che fanno parte del circuito di riservare una parte del locale – seppur ben distinta – a pizzeria. La cosa che invece a me pare più singolare – e grave – riguarda piuttosto le indicazioni date dalle nuove disposizioni in merito alla carta dei vini. Si legge nel documento, al punto 1 “Prodotti”: “Ciascun esercizio deve prevedere l’offerta dei seguenti prodotti. Vini bianchi e rossi: complessivamente 10 tipologie diverse e 30 etichette di vino trentino. Nel caso di offerta di vino sfuso, lo stesso deve essere trentino. Vini da dessert: Vino Santo Trentino Doc, Moscato giallo e Moscato rosa. Spumanti: 5 etichette Trento Doc. Grappe: 6 tipologie diverse e 10 etichette”.

Ricordo, per chi se lo fosse perso o dimenticato, che le indicazioni di Provincia, Trentino Marketing, Istituto di Tutela del TrentoDoc, saggi e commissioni per il nuovo Piano Vino, sono state ben precise: puntare tutto sulla promozione delle bollicine metodo classico di casa nostra nel mercato interno. Come è possibile, quindi, che nella carta dei vini di un’Osteria Tipica Trentina sia posto come obbligatorio avere trenta etichette di vini rossi e bianchi e dieci di Grappa e solo cinque etichette di TrentoDoc? Solo Cinque etichette su un totale di 88. Dire pochino è un eufemismo. Dirmi basita, altrettanto. Perché lo spazio che si prefigura per i 37 produttori di TrentoDoc è inesistente o talmente esiguo da non poter essere sentito, guardato, percepito come un segnale forte da parte delle istituzioni di voler dare finalmente inizio alla tanto conclamata promozione sul territorio del TrentoDoc. Non resta, a questo punto, che fare affidamento sui ristoratori, sperando che non si limitino al “minimo sindacale” stabilito dal disciplinare e che, invece, allunghino la lista di metodo classico nostrano nella loro proposta enologica. Perché farebbe terra e territorio. Perché fa identità.

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