Sex and the Wine | 1 | Venere e Bacco

Quella sera, dopo che Luca se ne fu andato e io avevo finito controvoglia l’articolo che dovevo spedire al giornale, andai in cucina e decisi di stappare una delle bottiglie che conservavo per “le occasioni speciali”, quelle, cioè, che alla fine non arrivano mai.

Guardai la mia piccola riserva di vini e scelsi: Vino Santo Cantina di Toblino 1995. Aprii il frigo e tirai fuori il gorgonzola che era avanzato dall’ultima cena tra amici di qualche sera pri- ma, lo misi su un piatto e ci feci scivolare sopra un po’ di miele di tarassaco, quello della linea Quintessenza di Thun: una sorta di “cru”, mi aveva spiegato il proprietario dell’azienda che aveva insistito perché provassi il suo miele, ricavato raccogliendo, in melari vergini, il nettare che le api bottinano al momento in cui la fioritura è al proprio culmine. In questo modo il miele – che nel periodo d’inizio fioritura o di fine fioritura risulta “contaminato” da modestissime percentuali di altri nettari – raggiunge un’integrità al limite massimo dell’ottenibile. Perfetto: quel Vino Santo, con quel gorgonzola e quel miele erano un abbinamento perfetto. E non solo perché non avevo ancora cenato. Decisi di andare sul divano e proseguire lì il mio spuntino notturno. Iniziai a pensare.

C’era una nuova generazione di donne che avevano un rap- porto del tutto speciale con il vino. Le wine lover, le appassionate di vino. Anch’io ero una di queste. Per me e per loro un bicchiere di rosso, bianco o bollicine non era solo un piacere, ma anche un modo di esprimersi, alla stessa stregua di un ve- stito, un rossetto, uno smalto, un paio di scarpe. Un giorno hai voglia di un trucco acqua e sapone, di stare in jeans e t-shirt e di bere un Sauvignon Blanc del Sudafrica. Un altro giorno ti svegli che ti senti una femme fatale e, insieme alle tue Gucci da capo- giro, hai voglia anche di un aperitivo glamour a base di Lau- rent-Perrier. Per le wine lover il vino è sensualità, malizia, ma anche una serata tra amiche oppure da sole a casa in compagnia di un buon libro o di una puntata di Sex and the city. Il vino per le donne ha lo stesso valore di una canzone, di una candela accesa, di una poesia, di quella lingerie comperata apposta per il primo appuntamento, della goccia di profumo messa maliziosamente sul collo. È libertà, è un caleidoscopio in cui ognuno di noi può trovare la sua dimensione ideale, la sfumatura che gli mancava, l’emozione che cercava. Come un’opera d’arte, il vino per le wine lover non può essere contenuto univocamente in un’unica descrizione: al di là delle caratteristiche tecniche – uvaggio, grado alcolico, tecnica di produzione, terroir – una bottiglia può dare a ognuno una sensazione diversa, diversa per ogni persona, per ogni abbinamento gastronomico, per ogni situazione ed occasione in cui viene stappata. Anche per questo il vino è memoria.

Un’accoppiata pericolosa, quella di Venere e Bacco, e il mondo maschile se ne era accorto presto.

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