Sex and the Wine | 3 | L’altra metà del vino

Il giorno seguente decisi di fare un salto su internet per vedere cosa si diceva delle donne e il vino.

Partivo da una convinzione: tra vino e veneri si stava instaurando un rapporto del tutto ine- dito. A quanto pare, anche gli esperti di marketing e di indagini sociologiche se ne stavano accorgendo, tanto che sul web, spulciando attentamente, si trovavano notizie di questo tipo: “Se guardiamo gli stili di consumo, il 32% delle donne italiane si dichiara pronta a bere una bottiglia di vino con le amiche. Per il gentil sesso il vino è infatti un complemento della socializzazio- ne e uno strumento di relazione interpersonale. Le wine lover nostrane iniziano a gustare il vino intorno ai vent’anni e poi cer- cano di acculturarsi”. I sondaggi davano qualche altro indizio.

«Senti qua cosa ho trovato su internet», dissi a Zoe tirando fuori i fogli che avevo stampato poco prima, giusto in tempo per correre al Sax Caffè di via del Corso dove ci eravamo date appuntamento per pranzo.

«C’erano un paio di notizie che parlavano del rapporto tra donne e vino. Dicono anzitutto che sono notevoli le differenze tra consumatori di sesso maschile e quelli di sesso femminile: mentre gli uomini sono condizionati dall’abitudine, le donne sono molto più motivate dal desiderio di conoscere e molto più coinvolte emotivamente nell’atto dell’acquisto. Insomma, noi donne siamo il nuovo target del mondo del vino: in tutto ci sono circa due milioni di super appassionati del vino, quelli che per un’etichetta speciale spenderebbero più di cinquecento euro e che ogni anno comprano anche trecento bottiglie. Un wine lo- ver su cinque è donna».

«Sinceramente questa definizione di wine lover non mi piace. Uno non è che è amante del vino solo se compera così tante bottiglie e spende le cifre che dicono, non trovi? Invece sono d’accordo sul fatto che noi donne ci mettiamo più passione ed emozione, abbiamo più voglia di sperimentare, di scoprire cose nuove, di farci stupire e conquistare».

«Senti qua… Uno studio traccia anche i nostri gusti in fatto di vino. A quanto pare, come per gli uomini il rosso è al primo posto, ma quello che le wine lover amano particolarmente sono le bollicine: Champagne (27,5%, molto più dei colleghi uomini, con il 15,6%) e spumante (24% le donne contro il 16% degli uomini). Ma soprattutto le wine lover puntano sempre di più sulla qualità e si lasciano guidare dai loro gusti».

«Vi porto il solito, ragazze?», ci interruppe Alex, il bel came- riere del Sax che non aveva ancora avuto il coraggio di invitare Zoe a uscire, anche se da un anno a questa parte non faceva altro che lanciarle sguardi tra il languido e l’incandescente.

«Sì grazie, Alex. Due carpacci di salmone e due bicchieri di Chardonnay», rispose Zoe distratta. Poi mi guardò e disse: «Cosa dicono ancora?»

«Lo studio ha tracciato anche la frequenza con la quale le super appassionate bevono il vino, sia che si trovino a casa o al ristorante…».

«Vediamo se rientriamo nel profilo», disse con un sorrisino malizioso, alzando una sopracciglia e fissandomi con occhi furbi. «Direi di sì. La metà delle intervistate ha risposto tutti i giorni o quasi, mentre il restante delle wine lover si divide tra chi lo beve quattro o cinque volte alla settimana e chi due o tre volte. E non solo durante il pasto».

«Beh, non è esaustivo ma mi sembra verosimile, però credo che il rapporto tra le donne e il vino sia un po’ più complesso. Pensa a come lo viviamo noi…».

«Noi molto spesso lo viviamo come se fosse un uomo», le ri- sposi sovrappensiero.

«Esatto!», replicò Zoe. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.

«Ecco il vostro spuntino, ragazze», disse Alex osservandoci con aria interrogativa. «Cosa c’è da ridere?»

«Niente», gli risposi e strizzai l’occhio a Zoe con fare complice.

«Voi due siete tremende, soprattutto quando siete insieme», concluse Alex. Zoe ed io ci scambiammo un’occhiata veloce per decidere chi delle due gli avrebbe risposto.

«Pensa che questo è niente», disse Zoe sapendo che così lo avrebbe imbarazzato, liquidandolo in un istante. «Allora, mi dici a cosa ti servono tutte queste notizie sul vino e le donne?»

«Non lo so ancora. Per adesso mi sto solo informando. Luca ieri mi ha portato delle guide enologiche: ritiene che nella lette- ratura di settore manchi il punto di vista femminile».

«Ha ragione», rispose Zoe.

«Ci si può lavorare sopra…», pensai ad alta voce.«Io ci sto», disse entusiasta. «La prima cosa da fare, secondo me, è fare due chiacchiere anche con le altre ragazze».
Annuii un po’ incerta. Non mi andava di parlare di una cosa di cui non avevo ancora ben chiare le idee, ma forse Zoe aveva ragione. E poi, ormai era inutile cercare di farle cambiare idea: Zoe era già al telefono per accordarsi su data e ora del ritrovo con Giulia, Alice e Alessandra.

«Perfetto. Domani alle 20 da Church. Se non finisci di lavorare in tempo per quell’ora, come al solito ti aspettiamo, non preoccuparti».

Appuntai il ritrovo sulla mia Smemoranda rosa shocking, salutai Zoe con due baci e corsi in redazione, perché come al solito ero in ritardo.

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Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone e cose realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale e frutto della fantasia dell’autore.

 

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