Riflessioni di una giurata del Miglior Sommelier d’Italia 2012

La finale del concorso Miglior Sommelier d’Italia, svoltasi ieri al Teatro Elfo Puccini di Milano, è stata davvero un’esperienza interessante. Le prove, alcune davvero difficilissime, mi hanno colpito e fatto riflettere. La novità di quest’edizione del concorso era una giuria stampa – di cui facevo parte – per la Comunicazione, che doveva valutare, appunto, le capacità comunicative dei candidati. Trovo che questa idea sia stata davvero azzeccata, soprattutto alla luce di quanto emerso: i tre concorrenti, infatti, erano tutti molto concentrati a dare prova delle loro conoscenze tecniche e, anche rivolgendosi al presunto cliente, lo facevano con toni e atteggiamenti da cattedratici. Comunicazione gioviale e alla portata di tutti? Giammai. Penserei che questo è stato dovuto all’ansia da prestazione del concorso, non fosse che in realtà, girando per tanti ristoranti, questo modo di fare lo incontro spesso. E alla gente “comune”, a quelli non proprio vinofanatici, spaventa. Il vino è piacere, convivialità, semplicità: in questi ultimi anni è stato forse un po’ troppo caricato di significati e simboli (anche di status) che hanno portato a un allontanamento della bevanda più amata dall’uomo da parte dei consumatori, terrorizzati dal non riconoscere il sentore di cuoio, di terra o di smalto per unghie.

Smalto per unghie??? Avete capito bene e giuro che è stata nuova anche per me. Il sentore di smalto per unghie è uno degli indici, mi spiegavano ieri, della maturità di un vino. Orbene, piuttosto che bere smalto per unghie, faccio a meno 😉 . Scherzi a parte, mi auguro che questa sezione della prova per Miglior Sommelier d’Italia dedicata alla Comunicazione non solo prosegua nei prossimi anni, ma venga anche applicata nelle selezioni provinciali. I sommelier sono i più qualificati attori del mondo del vino a contatto con la grande massa e a loro spetta un ruolo di divulgazione di cultura ma anche di passione e, certo che sì, di marketing e commerciale senza uguali. Sono loro i primi venditori di vino. I primi promotori di questa bevanda che oggi ha tanti pali tra le ruote, in primis l’etilometro.

Ma veniamo alla gara.

A vincere il titolo nazionale e l’ambito tastevin tricolore è stato Dennis Metz, seguito da Daniele Arcangeli e Valentina Merolli Porretta. Una sfida appassionante quella dei 3 sommelier AIS giunti in finale. Dopo una selezione molto impegnativa iniziata ieri in mattinata insieme agli altri 8 pretendenti, si sono misurati in una serie di prove di abilità aperte al pubblico, che non hanno mancato di stupire e coinvolgere tutti i presenti. Dalla descrizione organolettica al riconoscimento di 7 bevande alcoliche (3 vini, 4 distillati), dall’abbinamento cibo-vino al servizio di una bottiglia magnum Franciacorta e ancora l’accoglienza dei clienti e la presa dell’ordine in lingua straniera e una prova speciale di comunicazione.

Al vincitore un assegno da 7.000 euro e 6 magnum di Franciacorta (agli altri due, 4mila euro… mica male!), consegnate da Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio Franciacorta che, per il terzo anno consecutivo, è partner del Concorso con l’obiettivo di sostenere AIS nella diffusione della conoscenza delle più prestigiose realtà vitivinicole italiane e nella promozione della cultura del vino, di cui i sommelier sono i principali portavoce sia in Italia che all’Estero.

«Se oggi nel nostro Paese si beve meglio e soprattutto con maggiore senso di responsabilità – ha dichiarato Antonello Maietta, presidente dell’AIS – è anche grazie al contributo dei sommelier che, nei ristoranti, nelle enoteche, nelle aziende vitivinicole e ultimamente anche negli ipermercati, interpretano al meglio il ruolo di comunicatori del vino di qualità. Siamo davvero soddisfatti – prosegue Maietta – dell’ottimo livello di preparazione dei sommelier in gara che dimostra come la didattica di altissimo profilo di scuola AIS rappresenti uno strumento formativo autorevole per praticare con successo questa professione».

«Essere al fianco di AIS per celebrare la competenza unita alla passione di chi, come questi sommelier, ha fatto del mondo del vino la propria professione – ha concluso Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta, partner del premio – ha una valenza che va oltre l’evento. Guardando al futuro, poter contare su un numero crescente di esperti qualificati in questo complesso settore, che comunichino correttamente il vino e quanto esso esprime in termini di tradizione, tecnica, impegno e territorio, è presupposto fondamentale per favorire la diffusione del buon gusto raccontato ogni giorno dal nostro miglior made in Italy».

 

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