Mosnel, il nuovo Pas Dosé Riserva e la passione di una donna fuori dagli schemi

Per capire Mosnel, prima bisogna conoscere quella che è stata – ed è tuttora – la sua anima, e che è stata una delle figure più importanti della rivoluzione della denominazione Franciacorta.

Cacciatrice, campionessa di tiro a volo, amazzone, lei è Emanuela Barzanò Barboglio, visionaria e pioniera della Franciacrota, madre della quinta generazione di vignaioli dell’azienda agricola Il Mosnel, che produce dal 1836 vini nella zona di Camignone di Passirano.

Da sempre visceralmente attaccata alla vita di campagna della residenza estiva di Camignone in Franciacorta, nel 1954 a soli 18 anni si trova orfana e decide di seguire le orme della nonna paterna nella conduzione dell’Azienda in Franciacorta.

Scelta Camignone come residenza stabile, comincia a occuparsi attivamente della campagna portando a sé la conduzione diretta dei terreni fino ad allora gestiti in mezzadria. In quegli anni ha modo anche di fondare e gestire l’Asilo Infantile del paese (sotto forma di Ente Morale) dedicato al padre e allo zio.

L’azienda agricola aveva allora colture di cereali, frutteti, vigneti, silvicoltura e allevamento di bestiame da carne e da latte che, con l’avvento di Emanuela Barboglio, ha avuto vari riconoscimenti e premi per l’innovazione e la realizzazione di moderne stalle all’aperto.

Fra le varie attività si dedica anche all’allevamento di selvaggina conseguente alla sua grande passione per l’attività venatoria iniziata con il padre fin dalla più tenera età e coltivata per tutta la vita.

Nel 1968, volendo piantare un nuovo vigneto secondo il disciplinare della neonata Doc Franciacorta, è proprio Guido Berlucchi, amico e compagno di caccia, a suggerirle di preferire il bianco, l’allora Pinot di Franciacorta, al rosso. È così che comincia l’avventura vitivinicola che vede la progressiva conversione da colture varie a vigneti di Pinot di Franciacorta.

Negli anni ’70 le antiche cascine vengono trasformate in cantina ed Emanuela decide di chiamare l’azienda (allora Barzanò Barboglio) con il nome del terreno appena fuori dalla cantina: il Mosnel.

Pioniera nella spumantistica fin dalla prima metà degli anni ’70 con la rifermentazione in autoclave e dal 1979 anche con la rifermentazione in bottiglia, è stata socia fondatrice del Consorzio Franciacorta.

«Descrivere la personalità di nostra madre non è facile; era una donna dal carattere molto forte; generosa e appassionata è sempre stata una donna fuori dagli schemi: cacciatrice e campionessa di tiro, sport in cui le donne non esistevano, agricoltrice e viticoltrice fra le poche in Italia (parliamo degli anni ’50), provetta sciatrice, protagonista di estenuanti trattative al mercato del bestiame a Rovato il lunedì mattina all’alba; quando gli affari si facevano con una stretta di mano e guai a chi sgarrava. Trattative che spesso finivano con un bicchiere di rosso ed una partita a morra; ancora qualcuno della vecchia guardia se la ricorda la signorina Barboglio…».

Tutti questi aspetti sono tessere del mosaico di una personalità eccezionale che ha sempre con coerenza amato, protetto e lavorato per la sua amata Franciacorta; pensando all’agricoltura come a una forma di tutela e valorizzazione del nostro paesaggio (ci diceva sempre “un vigneto in più è un capannone in meno”), così come la caccia per lei era soprattutto amore per la natura, tanto che molti animali le risultavano difficili da considerare come prede e preferiva osservarli e lasciarli liberi di andare. «Ci ha insegnato con l’esempio questo amore e questa sensibilità e ci ha fatto capire che il “privilegio” di avere dai nostri avi delle belle case antiche e dei terreni da coltivare erano soprattutto un impegno e una responsabilità nel mantenerli sempre efficienti e produttivi e trasmetterli a nostra volta alle generazioni future».

Peccato non aver conosciuto Emanuela. Ma un po’ di lei lo ritrovate in EBB il Franciacorta che i figli le hanno voluto dedicare e quello che personalmente ritengo il fiore all’occhiello de Il Mosnel assieme al Parosé, forse il rosé Pas dosé metodo classico più buono d’Italia.

EBB è un Franciacorta 100% Chardonnay, 36 mesi sui lieviti, complesso ma bevibilissimo, poliedrico ma dritto, determinato. Bergamotto, lime e zenzero sono le note dominanti, almeno per il mio palato. Parosé stupisce sin dal colore buccia di cipolla tenue, e una struttura vinosa che non ruba il posto alla finezza del metodo classico.

Il nuovo nato, invece, è il millesimato Pas Dosé Riserva, 60& Chardonnay, 20% Pinot Bianco e 20% Pinot Nero, per 5.900 bottiglie che usciranno a settembre a circa 50 euro in enoteca. «Una celebrazione stilistica», spiegano da Mosnel, una versione molto integrale di un non dosato che non scende a compromessi, dove ritroverete sentori di tè mentuccia e mandorla. Un vino da provare, se siete appassionati del genere.

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