Matteo Lunelli neo presidente di Ferrari alla conquista dei mercati mondiali

Gino Lunelli, la vostra GG e Matteo Lunelli

Far diventare il Ferrari il simbolo dell’arte del bien vivre nel mondo. Punta tutto sull’export Matteo Lunelli nella sua nuova veste di presidente di Cantine Ferrari,  raccogliendo il testimone di Gino Lunelli, al timone dell’azienda dal 1958 e d’ora in poi nel ruolo di presidente onorario, con facoltà di intervento, ma senza incarichi operativi ufficiali.

 

NUOVO ASSETTO E PATTO DI FAMIGLIA

Amministratore delegato della holding Lunelli Spa, presidente della Surgiva e ora anche di Cantine Ferrari, Matteo Lunelli, a soli 37 anni (ma con un curriculum da capogiro, laurea alla Bocconi, esperienze nella banca d’affari Goldman Sachs a Zurigo, New York e Londra) si trova alla guida dell’azienda di famiglia: «Per me è un grandissimo onore e anche un’enorme responsabilità, perché non è facile essere alla guida di un’azienda di 109 anni di storia, tutti segnati da grande successi. Sono comunque sereno ed entusiasta di raccogliere questa sfida, che sarà entusiasmante: l’azienda è solida, ha dei valori e una cultura molto forti, vanta manager e collaboratori straordinari e anche il rapporto tra noi cugini è stupendo». L’augurio fattogli dal suo predecessore, Gino Lunelli, è tutto un programma: «Lo zio mi ha detto «Buon divertimento» e non poteva farmi augurio migliore. Lui ha sempre lavorato con gioia, passione ed entusiasmo e credo che anche per me sarà la stessa cosa».

 

PATTO DI FAMIGLIA

Con questo scambio di consegne si conclude il ricambio generazionale nella stanza dei bottoni delle Cantine Ferrari avviato nel 2005. Gino, Mauro e Franco, i tre fratelli che hanno fatto della Ferrari la prima casa italiana nel metodo classico,  hanno lasciato il posto ai giovani: Marcello, enologo figlio di Franco, è vicepresidente e si occupa della produzione; Camilla, figlia di Mauro, è responsabile della comunicazione e dei rapporti esterni, mentre suo fratello Alessandro è alla guida dell’area tecnica e della programmazione. Tutto questo è stato codificato nei “Patti di famiglia”, «che partono dalla trascrizione dei valori in cui crediamo come famiglia e azienda e contengono anche i principi che hanno fatto il successo di Ferrari». Una sorta di “carta costituzionale” che sancisce anche svariate regole: ad esempio, le prossime generazione che entreranno in azienda, per lavorare in Ferrari dovranno avere una laurea, aver fatto tre anni di lavoro con risultati positivi al di fuori azienda di famiglia, parlare almeno due lingue e aver trascorso almeno un anno all’estero. Inoltre, attorno ai 70 anni di età tutti avranno l’obbligo di lasciare le deleghe operative e all’interno del gruppo non potranno mai trovare impiego i coniugi della famiglia Lunelli, ma solo i discendenti diretti. Oltre a confermare Guido Pianaroli nel ruolo di amministratore delegato della Ferrari, sono stati inoltre cooptati nel consiglio di amministrazione della holding Innocenzo Cipolletta e Lino Benassi, presidenti rispettivamente dell’Universita di Trento e di Finanziaria Trentina. « Il loro ingresso nel cda della cantina è soprattutto dovuto alla volontà di avere visioni di grande spessore ma esterne alla famiglia. Cipolletta e Benassi, assieme allo Studio Ambrosetti, fanno inoltre parte del Comitato nomine e retribuzioni, incaricato di proporre compensi, passaggi di carriere, acquisizione di deleghe, anche in base al merito».

 

EXPORT E TERRITORIO

«Io e la terza generazione della famiglia – spiega Matteo Lunelli – abbiamo l’ambizione di riuscire a rinnovare e a portare novità all’interno dell’azienda, ma sempre nel rispetto di una tradizione e di valori molto forti che non devono cambiare, in primis la ricerca della qualità e il legame con territorio. Il primo obiettivo è l’export: se la seconda genrazione ha fatto diventare Ferrari leader in Italia, noi ci proponiamo di far assurgere Ferrari a simbolo dell’arte di vivere italiana all’estero». Per fare questo le pedine da muovere sono almeno due: «Abbiamo già assunto dei resident manager in Usa e Germania e ne prenderemo altri in Paesi diversi. Inoltre, per i prossimi due anni abbiamo programmato una campagna pubblicitaria da 1 milione di euro per Russia, Stati Uniti, Germania e Giappone». Girata all’Hotel Danieli di Venezia, la campagna conta su tre immagini che mirano a portare l’immagine di Ferrari nel mondo, vestita del meglio dell’italian style. «In questi ultimi mesi abbiamo lavorato molto per costruire una “grammatica” del marchio Ferrari piu omogenea e consistente», aggiunge il neo presidente.

 

NUOVE ACQUISIZIONI

Per affrontare il mercato mondiale i due imperativi sono varietà di prodotti e quantità. Per questo, spiega Lunelli, «le acquisizioni di altre cantine e di nuovi marchi saranno un’altra delle sfide future. Per crescere sarà necessario farlo, ma certo non sarà facile trovare aziende del nostro target qualitativo, con marchi riconosciuti e forti. Per ora non c’è nulla all’orizzone, ma nei prossimi anni sarà un passo da fare, con le occasioni giuste». Ferrari più industria che vignaioli? «Tutt’altro.  Dovremmo mantenere le due anime: quella di vigneron e quella di industriali, perché la competitività richiede dimensioni di un certo tipo, mentre il vino vuole che comunque si mantenga inalterato il suo fascino artigianale». Per questo, eccellenza e qualità saranno continuamente perseguiti della cantina trentina, da anni impegnata in un’agricoltura sempre più sostenibile e integrata, «che stiamo chiedendo anche a tutti i nostri conferenti. Questo è un passaggio culturale importante per il Trentino, fatto da noi e da altre cantine locali, fondamentale per i prossimi anni».

 

2011 ANCORA IN CRESCITA

Nel 2010 il fatturato di Ferrari F.lli Lunelli ha segnato un +10%, raggiungendo quota 54 milioni di euro e un utile netto di 6,9 milioni, il 55% in più del 2009. Il gruppo Lunelli – che spazia tra viticoltura, energie rinnovabili, immobili, ristorazione e nautica – ha fatturato invece circa 300 milioni di euro. E il 2011? «Come Cantine Ferrari mi aspetto di chiudere con un +6% di ricavi – spiega Lunelli – con una crescita a due cifre all’estero, dove il mercato va meglio e Paesi come Russia e Cina hanno ritmi di economici elevatissimi, e a una cifra in Italia, dove le preoccupazioni economiche degli italiani si riflettono ancora anche nei consumi». Nell’azienda rientrano anche la grappa Segnana, che nel 2010 hanno messo a segno un +11% di ricavi (2,2 milioni di euro) e i vini della Tenuta Podernovo in Toscana e della Tenuta Castelbuono in Umbria, dove la prossima primavera sarà inaugurata la nuova struttura realizzata da Arnaldo Pomodoro.

 

SURGIVA PORTA A PORTA

Destinata al canale della ristorazione, l’acqua firmata Lunelli nel 2010 ha registrato una leggera flessione in termini di fatturato. «Rispetto all’andamento del comparto Ho.re.ca – commenta – siamo andati bene e, anzi, abbiamo incrementato le nostre quote di mercato.  Ora anche per Surgiva putiamo sull’estero, specie sulla Germania, e stiamo valutando anche delle ipotesi di servizio porta a porta, per i privati». Milano sarà la prima delle città pilota in cui testare il progetto, ancora tutto in fase valutativa.

 

NUOVI SPAZI ENTRO 5 ANNI

Nei prossimi cinque anni Ferrari sarà impegnata anche in una serie di rinnovamenti, a partire dalla costruzione di una nuova palazzina uffici, a fianco della vecchia, dove poter accorpare tutto l’organico ed avere spazi in più per nuove assunzioni. Questo consentirà anche di ampliare Ferrari Incontri, «che vogliamo diventi il portabandiera per il TrentoDoc e per Ferrari». Saranno necessarie anche nuove aree per lo stoccaggio, che sono in fase di individuazione. L’investimento totale di tutte queste operazioni sarà di circa 12 milioni di euro.  Tra dieci anni, invece, sulle colline sovrastanti Villa Margon, sarà pronto il nuovo vigneto, da dove nasceranno nuovi frutti: tutti vocati, ovviamente, alla produzione di TrentoDoc.

(mio articolo sul Corriere del Trentino di oggi)

 

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