L’Unione europea e l’agricoltura

“La politica agricola comune (Pac, in sigla), sopravviverà anche dopo la sua revisione prevista nel 2013. Si tratta di vedere con quali risorse”. Parole pronunciate oggi dal presidente di Copa-Cogeca Paolo Bruni, intervenuto a Trento al seminario sulle politiche europee rivolto alle cooperative agricole trentine.

“L’agricoltura continuerà ad essere l’asse portante delle politiche comunitarie. Per il suo contenuto imprenditoriale ma soprattutto per il suo ruolo di servizio pubblico, di tutela dell’ambiente, di presidio del territorio”.

Attualmente dei 140 miliardi di euro di bilancio dell’Unione, il 40% sono destinati all’agricoltura. In Italia la produzione agricola vale 45 miliardi di euro, che salgono a 120 se si comprende anche la trasformazione. Nell’ipotesi peggiore, l’Italia rischia di perdere il 30% degli stanziamenti, ovvero 1,5 miliardi su 6. “Ma non penso che ciò accada”, ha chiosato Bruni, anche se ha ammesso che prevedere il futuro in questo campo è impossibile. La Commissione ha deciso di fare uno studio di impatto, sarà pronto entro giugno 2011.

Confortano però le assicurazioni del commissario all’agricoltura Ciolos, secondo cui il budget attuale sarà salvaguardato. Dipenderà anche dall’andamento dei piani di salvataggio dei paesi membri dell’Unione in difficoltà per la crisi economica.

No alle penalizzazioni per le cooperative più grandi.

Intanto macina consensi in Europa il documento sulle cooperative di grandi dimensioni penalizzate nell’accesso ai contributi pubblici, predisposto dalle cooperative trentine ed altoatesine con la consulenza di Euricse e fatto proprio dalla cooperazione italiana.

La legislazione europea da una parte favorisce la creazione di aggregazioni di imprese, dall’altra le penalizza se diventano grandi. Succede a molte cooperative (anche trentine) che una volta raggiunti i 250 dipendenti e i 50 milioni di fatturato, si vedono penalizzate nell’accesso ai contributi europei, come fossero grandi imprese anziché reti di piccoli imprenditori.

Carlo Borzaga, presidente di Euricse, ha parlato di “schizofrenia della politica europea”. La proposta che ha già raccolto i consensi di Spagna, Francia e Germania, prevede di modificare i parametri di definizione di piccola e media impresa, in modo da considerare anche il numero degli imprenditori associati, e in base a questi elevare la soglia per accedere agli aiuti.

La Spagna dal canto suo propone sullo stesso tema un trattamento particolare per le cooperative. Le due posizioni di Spagna e Italia sono compatibili ed integrate tra di loro. Di questo si è parlato di recente, lo scorso 23 novembre, proprio in sede di Copa-Cogeca a Bruxelles.  Nel prossimo futuro si procederà ad un coordinamento delle posizioni spagnola ed italiana, con il possibile coinvolgimento della delegazione francese.

L’esito dei lavori è stato soddisfacente e positivo, anche se si tratta soltanto del primo (buon) passo di un iter molto lungo ed incerto.

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