Krug Celebration Week | Il lusso di emozionarsi

La sensazione è  molto simile a quella di un risveglio dopo  una notte trascorsa tra lenzuola di seta: ti senti scivolare addosso leggerezza, impalpabilità, grande gusto, ricercatezza,  qualità estrema, benessere. Certo, ça va sans dire, anche lusso e bien vivre, in un miscuglio alchemico che ti avvolge e ti inebria. Ecco, il Krug a me fa sempre quest’effetto. Una mood – per dirla come gli esperti di life style – che mi ha accompagnata anche per tutto il viaggio a Reims, conclusosi ieri, in occasione della Krug Celebration Week, edizione zero di quella che potrebbe diventare, in futuro, una sorta di versione della Champagne della kermesse italiana “Cantine aperte”. Per testare l’indice di gradimento, la Maison forse più prestigiosa del mondo ha usato come cavie cinque giornalisti per ognuna delle sette nazioni più strategiche per il brand: Germania, Svezia, Scandinavia, Giappone, Inghilterra, Stati Uniti e Italia (tra cui c’ero anch’io).  Il risultato? Una full immersion nel mondo di quella che la presidente di Krug, Margareth Henriquez, chiama «arte della creazione dello Champagne», tra filosofia, emozioni, sogni e storia. Proprio questa, per Krug, è stata frutto di un lavoro di ricostruzione che è scaturito in un agile libretto appena dato alle stampe e su cui la Maison punta molto perché «un brand di lusso ha bisogno, oltre che di un’indiscussa qualità estrema, anche di una storia e di un fondatore», spiega la Henriquez.

Margareth Henriquez presidente di Krug
La Henriquez e la sua passione mentre spiega la filosofia e il lavoro in Krug

Il fondatore di Krug è Johann Josef Krug, un visionario, un sognatore, un uomo che è stato capace di rompere le regole per portare avanti la sua filosofia che non ammetteva compromessi, che aveva capito come lo Champagne fosse, per i suoi cultori, la quintessenza del piacere. E per questo Josef pretendeva di dare ai suoi clienti il massimo piacere possibile, creando ogni anno, nonostante le variabili della vendemmia, un prodotto di qualità indiscussa e altissima.

Josef Krug

La sua storia inizia a metà del 1800: Johann-Josef Krug, un immigrato dalla Germania (come lo erano molti nomi famosi Champagne), dà il via alla sua carriera nel 1941 andando a lavorare per il colosso dello Champagne di allora, la Jacquesson. Il successo è  immediato, tanto che già l’anno successo ne diventa partner. La sua strada sempre segnata, ma Josef, invece, non è soddisfatto. Così, nel 1842 si stabilisce a Reims e acquisisce una quota della Maison Hipployte de Vivès, che rileverà interamente l’anno successivo: il 1843, infatti, è l’anno di nascita della Maison Krug.

Olivier Krug a Clos d’Ambonnay

Con Olivier Krug, oggi la casa di Champagne rilevata dal gruppo LMVH nel 1999, è alla sesta generazione. Olivier si occupa della direzione generale. E’ lui che ci accoglie a Clos d’Ambonnay, un fazzoletto di terra di 0,68 ettari che riesci ad abbracciare in un colpo d’occhio e che produce ogni anno dalle 3mila alle 4mila bottiglie (100% Pinot Nero) del più costoso Champagne del mondo (circa 3.500 euro a bottiglia l’annata in commercio 1998).

L’uva di Pinot Nero di Clos d’Ambonnay il 27 giugno 2012
Raphaele Léon-Grillon, winemaker di Clos d’Ambonnay e quality manager

Oliver Krug è la sesta generazione, ma ci tiene a precisare: «Anche molti dei contadini che si occupano delle nostre terre o da cui ci riforniamo sono alla sesta generazione», sinonimo di un rapporto che nel tempo non ha fatto altro che consolidarsi.

Il winemaker di Clos d’Ambonnay ti aspetteresti che fosse qualcuno con il viso segnato dall’età e dal tempo, invece è una giovane donna, Raphaele Léon-Grillon, e così arriva la conferma: gran parte del successo di Krug oggi è in mano al mondo femminile. La presidente Henriquez, le winemaker Raphaele e Julie Cavil,  il direttore marketing e comunicazione Olivia Crouan-Giuntini, solo per citare quelle che rivestono i ruoli più importanti. Ad affiancarle, Olivier Krug ed Eric Lebel, chef de cave. Grazie a questo connubio di donne e uomini nascono prodotti dal fascino fuori dal comune: sono cinque cuvée, ognuna diversa dall’altra, ognuno con un suo stile peculiare, ognuna con delle emozioni da regalare. Come un firmamento di stelle.

La Grande Cuvée è il risultato di un blend di 120 vini di differenti annate, tra le quali alcune di 15 anni di età. Nel divertente gioco di blendig in cui siamo stati coinvolti, Eric Lebel ci ha poi regalato un assaggio del blend 2011, appena imbottigliato, che sarà lanciato sul mercato alla fine del 2019.

Poi c’è il Krug Rosé, blend di tre vitigni (Chardonnay, Pinot Munier e Pinot Nero) e frutto della fermentazione delle bucce di Pinot Nero. Un grande Rosé capace di vincere le reticenze della Maison, che non ne voleva sapere di fare una versione rosata, ritenuta ideale solo per le feste di compleanno e per le donne (lo racconta divertita la Henriquez).

Poi ci sono i due grandi Clos d’Ambonnay (prima annata la 1995, seguita dalla 1996 e poi dalla 1998) e il Clos du Mesnil, 100% Chardonnay, prodotto da vigneto di 1,84 ettari dislocati a Mesnil-sur-Oger.

Infine, le Riserve. In commercio la 1998 e la 2000, sempre che non si abbia la fortuna di poterne aprire una della “wine library” di Krug, dove qualche decina di bottiglie di ogni annata vengono conservate alla temperatura ideale. Per il gran finale della Krug Celebration Week da lì sono usciti un bel po’ magnum di Riserva 1985, che profumavano di caffè intenso e che sapevano di  maturo e forte, di pienezza e di grande vitalità, nonostante l’età (27 anni!).

La wine library delle Riserve Krug

Gran finale della Krug Celebration Week in una delle case di famiglia Krug, dove si trova anche la cantina di affinamento della Grande Cuvée e la wine library. Ecco un video e un po’ di immagini, che condivido con voi perché non capita spesso di trovare un prodotto e una realtà capace di emozionare in questo modo.

Da sx. Io, Jane di Halas, Francesca di Frizzifrizzi, web magazine di moda super trendy

L’Assiette Champenoise, castello del 1600 con hotel e ristorante 2 stelle Michelin, a Reims

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Commenti

    • Anto
    • 5 Luglio 2012

    Ma Lei non era quella che si strappava le vesti perchè certe cooperative promuovevano il Pinot Grigio invece dei prodotti autoctoni? E Lei che fa? Pubblicizza prodotti esteri. Ma dai…
    Ora aspettiamo Cosimo che naturalmente le correrà subito in soccorso arrampicandosi sugli specchi per spiegarci che…

    • Geisha Gourmet
    • 6 Luglio 2012

    Sa, io scrivo a livello nazionale di argomenti nazionali ed esteri, forse lei non lo sa e non ha mai fatto caso nemneno su questo blog, dove racconto esperienze – non pubblicizzo – che mi colpiscono e da cui penso chi ha voglia può trarre spunto. Non c’è bisogno che qualsiasi Cosimo intervenga. Saluti.

  1. Oddio… un cosimo qualunque che corre in soccorso alla geisha nazionale…. e che si arrampica pure sugli specchi… come l’uomo ragno…. ne faremo una sceneggiatura.. per l’estate trentodocchista….

    • Geisha Gourmet
    • 10 Luglio 2012

    è un’ideona, io ci sto! quando iniziamo a lavorare a 4 mani?! 😉

  2. ..fosse per me…anche subito…Francesca… ma ..ma..sono succube dei miei lettori…. e non me lo perdonerebbero…. :)…a parte gli scherzi….. avanti così… E hasta la victoria siempre!

    • Anto
    • 11 Luglio 2012

    Facite facite…

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