Il vino che balla con le stelle

Càpita che una mattina d’inizio settembre sei in vacanza e – malgrado il sole – ti svegli con la voglia di assaggiare un grande vino, invece di andare al mare. Casualmente stai soggiornando a Marina di Castagneto Carducci. Hai fatto il classico e magari ti chiamano Professore, ma quel cartello stradale “Bolgheri km 12” non ti parla del Poeta, di San Guido e dei suoi cipressi alti e schietti, no: da qualche giorno, invece, stai recitando sommessamente la parola magica “Sassicaia”. Come un mantra.

Foto di M. Gatti

Allora parti e in venti minuti sei Davanti San Guido, come il buon vecchio Giosuè. Ammiri i cinque chilometri di cipressi e imbocchi il viale, ma quasi subito svolti a sinistra. Entri nella splendida tenuta con annessa osteria-enoteca, vieni accolto da una dolcissima Jack Russel – pare che da queste parti siano assai numerosi – e chiedi se si può degustare il Vino. “Siamo qui per questo”, risponde l’oste. E ti credo: il Sassicaia del millesimo più recente, il 2008, vien via a 22 euro il bicchiere, 11 il mezzo, 6 l’assaggio. “No, annate precedenti non ne proponiamo in degustazione. Non sarebbe remunerativo, visti i prezzi.”

Incassi la saggia lezione di marketing, versi l’obolo da 6 euro per qualche lacrima di liquido (in fondo sono solo le 10.30), degusti, ringrazi, saluti ed esci, convinto che comunque non ti basterà conquistare l’attestato di sommelier AIS per essere in grado di apprezzare pienamente certi derivati dell’uva.

Riprendi il cammino, ri-ammiri i cipressi – ma anche le vigne e gli uliveti -, visiti Bolgheri che è un vero gioiellino, poi vai a percorrere la via Bolgherese, strada simbolo di questo terroir. Trovi aperto il cancello di un’altra celeberrima tenuta, parcheggi e scatti un paio di foto. Si vede che non aspettavano te, perché al posto della cagnetta Jack Russel degli Incisa vieni raggiunto da una veloce e arcigna signora che ti caccia via. Ci resti maluccio. Ti vien quasi voglia di ridiscendere al mare, non demordi solo perché hai letto che la Bolgherese è piena di valide aziende agricole.

Eccone subito un’altra: sembra aperta senza se e senza ma, e ha una bell’aria vissuta. Toh, è proprio quella del piacevolissimo rosato che hai provato ieri sera a cena. Di Vaira, Di Vaira… ti ricorda qualcosa, o forse qualcuno. Entri e l’impressione di vissuto trova conferma: non solo vendono anche cassette di frutta, ma han pure il pollaio!

Al banco dell’ampia sala degustazione trovi una bella signora dallo sguardo schietto come i suddetti cipressi: si chiama Emanuela e ti presenta la figlia Romina, gran sorriso e fisico asciutto, che collabora in azienda. Se non fossi lì con tua moglie, cercheresti di attaccar bottone con l’una e con l’altra: quante volte hai già discusso delle donne del vino… Ti astieni, ma continui a domandarti a chi somiglino.

Intanto inizi ad assaggiare. Cinque sono le proposte: parti dal Vermentino – profumato e ingentilito da un 15% di malvasia – e arrivi al Bolgherese, 50% merlot e 50% cabernet sauvignon, che ti fa gettare alle ortiche ogni pregiudizio nei confronti dei vitigni cosiddetti internazionali. Tappe intermedie, il delizioso Rosato di cui sopra e un più semplice rosso battezzato Le Ballerine: “L’abbiamo dedicato alle figliole, sa”, dice la signora Emanuela, indicando un articolo di giornale incorniciato e appeso alla parete. Non l’hai notato entrando – benché gigantografato – ma finalmente ti svela l’arcano: sei finito in casa di Sara Di Vaira, la giovane danzatrice piena di talento, simpatia e fascino resa famosa da Ballando con le stelle! Colei che è riuscita a far ballare decorosamente persino un pezzo di legno come Ronn Moss – il mascellone di Beautiful, per intenderci – e che torna a Bolgheri ogni volta che può, non disdegnando di dare una mano in azienda.

Ormai sei uno di casa. Intorno è pieno di ulivi e assaggi pure l’olio, mentre apprendi che il tuo programma televisivo preferito (ebbene sì!) dovrebbe ricominciare a inizio gennaio 2012 con il ritorno di Sara, che ha dedicato quest’anno alla sua piccola Brenda.

Lasci la tenuta dopo un bel po’ con sei ottime bottiglie di vino e cinque litri di olio buono. Vai via contento, perché hai conosciuto un’interessante realtà del vino al femminile (non ce ne vorrà il signor Vincenzo), perché sai che prima o poi tornerai in questi luoghi ammalianti e anche perché… il tutto ti è costato meno di 750 ml di Sassicaia 2008.

Luca Amodeo

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