Il Mercato FIVI, una settimana dopo

Mercato FIVI

GeishaGourmet.com vi ha presentato la seconda edizione del Mercato FIVI di Piacenza circa un mese fa. Ci sono stato sabato scorso e dico subito che l’esperienza si è rivelata molto soddisfacente.

La sede di Piacenza Expo – moderna e comodissima da raggiungere in autostrada – ha consentito l’allestimento di un percorso d’assaggio (e d’acquisto) agevole e meditato, fra duecento tavoli democraticamente uguali nelle dimensioni, ma ben diversi quanto all’umanità dei vignaioli presenti.
C’erano volti, accenti, lingue, dialetti eterogenei ancora più dei vini proposti, mature produttrici vestite a festa e ragazzi poco più che ventenni, catapultati da splendide colline a mostrarci le mani fieramente callose.
C’erano gentiluomini dell’Alto Adige che parlavano tedesco fra di loro, italiano con noi, francese con i vigneron provenzali che raccontavano in inglese gli Châteauneuf-du-Pape (c’è anche quello bianco) a visitatori giapponesi: una Babele curiosa e allegra, accomunata dal calice in mano.
C’erano vigneti da uno a cinquanta ettari, giovani semisconosciuti gomito a gomito con produttori blasonati eppure modesti, aziende solovino e realtà più articolate, con l’agriturismo o – dove il clima lo permette – l’olio buono.

Devo riconoscere che, all’ingresso, questo caos creativo mi ha parecchio disorientato: il catalogo del Mercato, ben fatto ma con i vignaioli elencati per regione, faceva a pugni con la disposizione dei banchi alla rinfusa. «L’abbiamo fatto apposta – mi hanno risposto gli organizzatori – per mescolare le carte e dare la stessa visibilità e la dovuta attenzione a ogni partecipante.»
Hanno avuto ragione loro: lo dimostrano i carrelli da supermarket pieni di bottiglie, scatole e cassette che, se non fossimo andati a Piacenza, pochi di noi avrebbero portato a casa.

Mi limito a segnalare cinque di queste bottiglie, disparate e di originale piacevolezza, che rappresentano comunque una parte davvero minima (guidava mia moglie) dei vini degustati, graditi e acquistati. Sono certo che non me ne vorranno gli altri 195 vignaioli presenti: al Mercato sono passati tanti esperti veri, chi scrive è solo un astemio redento e l’assenza di rossi nell’elenco la dice lunga…

  • Monti Lessini DOC Durello met. class. brut mill. 2009 (sbocc. marzo 2012), durella 100%, alc. 12% vol, az. agr. Dama del Rovere, Brognoligo di Monteforte d’Alpone (VR);
  • Franciacorta DOCG Boschedòr extra brut mill. 2008 (sbocc. novembre 2011), pinot nero 50% e chardonnay 50%, alc. 12,5% vol, az. agr. Bosio, Timoline di Corte Franca (BS);
  • Friùli-Aquileia DOC Sauvignon 2010, sauvignon blanc 100%, alc. 13% vol, az. agr. Foffani, Clauiano di Trivignano Udinese (UD);
  • Toscana IGT bianco Pian piano 2009, chardonnay 55%, pinot grigio 30% e durella 15%, alc. 14,5% vol, az. agr. CasteldelPiano, Licciana Nardi (MS);
  • Vino rosato Rosà s.i.a., dolcetto 80%, riesling 10% e pinot bianco 10%, alc. 13% vol, az. agr. Cascina Boccaccio, Tagliolo Monferrato (AL).
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