Filiera del vino italiano e Borsino delle rese | Ecco il primo Rapporto del Gruppo Sole24ORE e il Borsino delle rese della prossima vendemmia raccolto da Winenews

Leggo su Beverfood del primo Rapporto sulla filiera del vino, appena pubblicato. Una ricerca davvero interessante che ora sfocia in un tavolo tecnico del vino. Leggete qui sotto.

Legame con il territorio, esperienzialità dei luoghi di vendita e di consumo, capacità di comunicare e fare marketing, giusto rapporto qualità-prezzo: sono alcune delle parole chiave che emergono dalla ricerca condotta dal Gruppo 24 ORE con le sue riviste Bargiornale, Gdoweek, Mark Up, Ristoranti Imprese del Gusto e VigneVini in collaborazione con l’esperta in tendenze alimentari e sociali Marilena Colussi e l’istituto di ricerche Duepuntozero Research, Gruppo Doxa con l’obiettivo di individuare i principali trend destinati a caratterizzare le dinamiche del vino nel prossimo futuro. Per raggiungere questi obiettivi la ricerca è stata condotta coinvolgendo da un lato i consumatori (un campione costituito da 500 persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni), dall’altro i professionisti dell’intera filiera del mondo del vino (507 persone, di cui oltre la metà intervistati nel corso del Vinitaly).

Il periodo di riferimento è giugno 2012. Ma entriamo nel vivo. Com’è vissuto oggi il vino dai consumatori? Emerge dalla ricerca un quadro assolutamente positivo e coinvolgente, la dimensione conviviale risulta di particolare rilievo: il 28% dei consumatori beve vino perché si adatta ad ogni situazione, il 20% perché fa stare bene, soprattutto se consumato in compagnia, creando allegria. Emerge inoltre che l’esperienza soggettiva di tipo percettivo organolettico ed emotivo svolge un ruolo di fondamentale importanza: il 22% degli intervistati dichiara di berlo perché esalta i sapori del cibo e della buona tavola, per il 15% “esalta i sensi”.

Non manca il richiamo al legame con i territori di produzione, all’ambiente naturale, con i suoi riferimenti alle tradizioni ed al rispetto della natura e dei suoi cicli: il 13% associa l’idea del consumo del vino ad un concetto di naturalità, in quanto appartiene alla storia dell’uomo, e lo considera parte integrante della tradizione italiana.
È importante per il consumatore anche la salubrità del prodotto, intesa come desiderio di sempre maggiori informazioni. Gli italiani sono interessati alla provenienza, composizione, sono curiosi di conoscere la storia e la veridicità delle radici, le particolarità che rendono ogni tipo di vino un prodotto unico da assaggiare, ma anche da raccontare.

Una parte ancora piccola ma con percentuale di crescita importante sono i consumatori “green” alla ricerca di una sostenibilità ancora difficile da definire, ma sicuramente attraente e incuriosente.

Tornando alla ricerca, altro aspetto emerso sul fronte dell’acquisto, il prezzo, sempre di più elemento fondamentale nella scelta, ma calibrato da occasione e abbinamento. Dell’importanza del rapporto qualità-prezzo sono ben consapevoli anche i professionisti del settore: per gli operatori dell’HORECA (ed in particolare i ristoratori, i manager di wine bar ed enoteche) questo è un fattore di rilievo, addirittura in misura superiore rispetto a quanto indicato dai consumatori (il 51% dei professionisti lo indica come fattore di successo per il futuro del vino, contro il 33% dei consumatori).Oltre al rapporto qualità-prezzo, il target target professionale ritiene che i fattori che condizioneranno il futuro del “prodotto vino” saranno l’alta qualità (anche in questo caso con un peso inferiore rispetto a quello attribuito dai consumatori: 39% dei professionisti rispetto al 50% dei consumatori), la Provenienza-Territorialità (33%), Marketing e Comunicazione e al quinto posto la salubrità, intesa come assenza di sostanze allergizzanti e pericolose.  Emerge anche come l’estrema frammentazione dell’offerta, che si sposa con la mancanza di supporti promozionali adeguati a livello di settore, veda la filiera del vino in cerca di un nuovo paradigma per affrontare le richieste emergenti del consumatore. Un limite, infatti, che sconta il mondo vitivinicolo italiano è quello di non riuscire a far conoscere la ricchezza della propria offerta, sia in Italia che all’estero. A questo tema di affianca una GDO sempre più evoluta e interessata ad avere supporti e stimoli da parte della produzione. Sull’altro versante, la ristorazione:  ormai “la cantina” rischia di diventare la zavorra che affonda molti dei piccoli e medi ristoratori che, a causa della crisi, stano già annaspando. C’è la necessità, quindi, di trovare una soluzione logistica a questo problema.

Per continuare ad approfondire le tematiche più attuali che riguardano il mondo del vino e che coinvolgono l’intera filiera (agricoltura, retail, horeca) il Gruppo 24 ORE con le sue testate dedicate a questo comparto ha deciso di costituire un tavolo tecnico del vino, a cui siederanno i rappresentanti del mondo della produzione: l’obiettivo è quello di evidenziare gli argomenti di maggiore rilevanza per effettuare degli approfondimenti periodici attraverso le riviste, dando risposte puntuali al mercato.

Winenews, invece, oggi lancia il borsino delle rese, che qui vi riporto integralmente così come pubblicato.

Alla vendemmia manca ancora qualche mese, ma i Consorzi delle più importanti denominazioni sono
già a lavoro sul fronte delle rese per ettaro dei loro vigneti, perché ridurre le rese vuol dire maggior
qualità ed equilibrio tra domanda ed offerta. WineNews, ha raccolto il sentiment dei territori simbolo
dell’enologia tricolore dal Nord al Sud dello Stivale. Dal Veneto, il Consorzio di tutela dei vini della
Valpolicella conferma la riduzione delle rese dal 65 al 50% ad ettaro della cernita delle uve destinate
all’appassimento per Amarone e Recioto. “Una decisione – spiega il presidente del Consorzio,
Christian Marchesini – presa all’unanimità”. Una strada che, per il Consorzio della Franciacorta, si
concentra “sulla resa dei vigneti più giovani che potranno produrre – spiega il direttore del Consorzio
Giuseppe Salvioni – 40 quintali ad ettaro, mentre la resa per ettaro resta invariata”. Si resta sulle rese
del 2011 in Piemonte dove “al momento la situazione consentirebbe un aumento delle rese – spiega il
direttore del Consorzio Barolo Barbaresco Langhe Roero, Andrea Ferrero – su quelle del disciplinare”.
Nel Chianti Classico è “ancora presto – spiega il direttore del Consorzio, Giuseppe Liberatore – per
una decisione su queste tematiche”, così come nel Nobile di Montepulciano dove ancora “non è
all’orizzonte una decisione definitiva”, spiega Paolo Solini, direttore del Consorzio. Diminuisce, invece,
le proprie rese il Consorzio del Brunello di Montalcino: “scendiamo dagli 80 quintali stabiliti dal
disciplinare – afferma Stefano Campatelli, direttore del Consorzio – a 60 quintali”. In diminuzione anche
il Sagrantino di Montefalco: “Per la vendemmia 2012 – spiega Maresca Passeri, del Consorzio di tutela
del Sagrantino di Montefalco – è prevista una riduzione da 80 a 70 quintali”. “Rimarremo con le rese
fissate nel disciplinare del Taurasi – spiega Piero Mastroberardino, consigliere del Consorzio del rosso
più importante d’Irpinia – e, quindi, i quantitativi saranno in linea con il 2011”.

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