Dove va la viticoltura siciliana

Dal Verdura Resort di Sciacca, dove  è in corso il convegno di #SiciliaEP16, ecco un po’ di informazioni interessanti, fornite dai relatori moderati con grande professionalità da Francesco Ferreri, presidente Assovini Sicilia, che ha lanciato anche il nuovo magazine online dell’associazione, www.wineinsicily.com.

I numeri della viticultura siciliana, la più grande d’Italia

Antonio Rallo, presidente Consorzio Doc Sicilia

Il vigneto Sicilia – rappresentato da 23 Doc e da una Docg – è ancora oggi il più grande d’Italia, poco più di 100mila ettari, tre volte più grande del vigneto della Nuova Zelanda. Produciamo mediamente tra i 4 e i 5 milioni di ettolitri, è una delle regioni che ha le rese più basse, tra i 40 e i 50 ettolitri per ettaro. Per questo siamo felicemente condannati alla ricerca della massima qualità. Sicuramente le nostre produzioni non possono competere con quelle di regioni come Veneto ed Emilia Romagna che hanno rese doppie o triple.

Il 68% del vigneto Sicilia è fatto di vitigni autoctoni, e questa percentuale è ancora in crescita.

Siamo una regione con un clima eccezionale perfetto per la produzione ogni anno di uva ottima, base imprescindibile per un buon vino. Questo ci permette di essere la prima regione in Italia a livello di bio, con 21mila ettari di biologico (60% delle cantine siciliane), a cui si aggiunge un grande vigneto che utilizza il sistema integrato (no diserbante, no concime chimico), il 38% della produzione enologica bio nazionale.

Nel 2015 abbiamo registrato il 20% di crescita della Doc come produzione per 24 milioni di bottiglie: la crescita di Doc Sicilia non ha visto diminuzione nel confezionato delle Igt (+6%) e ha fatto crescere le Do territoriali, anche per il 2016 ci auguriamo di raggiungere il 28 milioni di bottiglie per la Doc Sicilia.

C’è ancora molto da fare e ancora molte opportunità. Un esempio su tutti: il 59% dei consumatori americani ha un’immagine positiva del nome Sicilia ma ancora una piccola parte di questi consuma vino siciliano.

Enoturismo a +22%

Mariangela Cambria, consigliere Assovini

I consumatori del vino siciliano sono tutti potenziali turisti. Gli elementi di successo del turismo in Sicilia sono storia, paesaggio, tradizioni, si va dal mare ai vulcani, si va dalla storia alla gastronomia. La nostra sfida è quella di restare uniti in questa diversità allo scopo di far sentire il turista a casa. Il vino ha avuto sicuramente un ruolo rilevante nello sviluppo del turismo: completa l’offerta turistica, preserva l’ambiente, è ambasciatore del territorio, è un elemento fondamentale della dieta mediterranea, è promotore del miglioramento della qualità turistica. Oggi in Sicilia ci sono 44 resort, 27 hotel 5 stelle, 270 agriturismi, 5 campi da golf, 14 ristoranti Stelle Michelin per 18 Stelle in tutto, nel 2009 erano solo 7.

Il 40% delle cantine in Sicilia ha una struttura ricettiva e dal 2013 al 2015 si è registrato un +22% di turisti in cantina (55% turisti italiani, 45% stranieri). In generale, nel 2007 sono arrivati 11 milioni di turisti in tutti gli aeroporti siciliani, nel 2015 oltre 15 milioni.

Anthony Barbagallo, assessore al turismo della Regione Sicilia

Il 70% dei turisti vengono in Sicilia spinti da motivi legati all’enogastronomia, quindi dobbiamo stringere delle alleanze ancora più salde tra gli attori di questa filiera e quelli del turismo. Dall’alberello della vite di Pantelleria alla dieta mediterranea, in Sicilia ci sono 7 siti Unesco: dobbiamo valorizzare tutto questo anche per destagionalizzare.

Vorrei riuscire a organizzare una produzione cinematografica che racconti la storia dei produttori siciliani.

 

#SiciliaEP16

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