Cooking for wine Trentino e Miglior Chef emergente | Le semifinali

 

Luigi Cremona con GG, madrina del primo giorno di gara 😉 (photo Lorenza Vitali)

Dei piatti proposti  ieri dagli otto giovani chef in gara alle semifinali di Miglior chef emergente del Trentino, nei menu dei ristoranti dove lavorano non c’è nemmeno l’ombra. O quasi. Ed è un vero peccato perché di cose interessanti ieri a Palazzo Roccabruna a Trento si è vista una cucina made in Trentino davvero piena di voglia di creatività e di ingredienti di montagna reinterpretati con fantasia in ricette davvero sorprendentemente belle.

Certo, giovani cuochi fa rima con qualche peccato di gioventù, appunto, ovvero quel pizzico di inesperienza che non è solo lecita, ma anche necessaria per continuare ad avere voglia di crescere. E per farlo sicuramente Cooking for wine Trentino e il concorso Miglior chef emergente è una grande chance: confrontarsi tra giovani leve non accende solo la voglia di migliorarsi, ma insegna anche a stare assieme, a fare squadra. E il merito di questa kermesse, che per la prima volta arriva in Trentino, è di Luigi Cremona e di Lorenza Vitali, famoso critico gastronomico il primo, grande organizzatrice di eventi la seconda, in grado di riuscire a rendere sempre speciali le manifestazioni in cui mette lo zampino, forse anche grazie al gusto e all’esperienza maturateper anni e anni nel settore dell’alta moda. Ma il merito va anche a Palazzo Roccabruna e alla Camera di commercio di Trento che hanno saputo vedere tutto il buono di questa kermesse e l’hanno sostenuta.

Ma veniamo alla gara. A passare il turno, ieri, Mattia Piffer, discepolo di Alfredo Chiocchetti allo Scrigno del Duomo di Trento, e Diego Rigotti, curriculum impressionante, ora tornato da poco ai fornelli di Castel Toblino, ma anche impegnato in progetti con l’istrionico chef Peter Brunel.

Saranno loro oggi dalle 20 a sfidarsi per aggiudicarsi il titolo di Miglior chef emergente del Trentino, che darà accesso alla finalissima nazionale in programma dal 22 al 24 ottobre a Roma. In giuria ieri i più bei nomi dell’enogastronomia locale: da ristoratori a sommelieri, a chi di questo scrive da anni (la vostra GG, ma anche Nereo Pederzolli e Giuseppe Casagrande) e uno dei nomi più noti delle guide de L’Espresso, Marco Colognese. Oggi, invece, presidente della giuria è Fausto Arrighi, Guida Michelin.

Piffer ha convinto con un “furbo” salmerino confit con mousse di formaggi alpini e germogli spontanei di stagione, ma ha letteralmente lasciato a bocca aperta con “Il sambuco come lo vedo io”. Ecco i due piatti:

 

Il salmerino confit

 

Le cinque variazioni di dolci al Sambuco

Piffer ha gareggiato nella prima trance, assieme ad altri tre vituosi cuochi di belle speranze, di cui qui vi metto i piatti che mi sono piaciuti di più:

 

La grande zuppa di Riesling alle erbe di montagna di Stefano Tait, ristorante Costa Salici, Cavalese (TN)
Altro grande piatto: il finto raviolo di Tosella con erbe e radici di montagna di Alessandro Bellingeri, ristorante El Molin di Cavalese (TN)
Il fegato di maiale nostrano marinato alle erbe con pesce al tipo e radicchio dell'orso di Stefano Rosi, Casa del vino di Isera (TN)

Diego Rigotti, invece, ha proposto un Granito alle erbe di montagna con carne salada e fagioli – un po’ troppi sapori che si confondevano tra loro – e un ottimo raviolo di latticello con frutti rossi, eucalipto, saorbetto al siero di capra, fragola, eucalipto e sorbetto al latte.  Ecco qui le foto dei suoi piatti:

Granito
Raviolo finto

Assieme a lui altri tre cuochi in gara nella seconda trance di competizione. I loro piatti più belli sono stati questi…

Il raviolo di patate di Licia Marocchi del ristorante Osteria del Pettirosso di Rovereto (TN)
Il fegato di trota "polentato" di Aki del ristorante Locanda Margon di Ravina (TN)
Il canederlo di Sara Sighel dell'Agritur La Stropaia di Baselga di Pinè

Tutto su Porzioni Cremona.

Foto: GeishaGourmet dal suo BB e dall’Iphone di Marco Colognese.

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