Con la Geografia dei consumi enologici scopri che l’Italia esporta di più della Francia ma a basso prezzo. E che un cinese beve meno di 2 lt di vino all’anno…

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Nel mondo, l’Italia condivide con la Francia il gradino più alto del podio per produzione ed export di vino: nel 2012 l’Italia ha esportato 21 milioni di ettolitri di vino, la Francia 15 milioni. Sul fronte dei valori però la graduatoria si ribalta. Nello stesso anno, infatti, i francesi hanno ottenuto da queste vendite oltre frontiera circa 7,9 miliardi di euro mentre gli italiani si sono dovuti accontentare di 4,7 miliardi.

Fino a poco tempo fa, l’Italia condivideva con i francesi anche il primato dei consumi di vino, ma da un po’ di anni a questa parte ha dovuto cedere la seconda posizione agli Stati Uniti e le dinamiche di mercato lasciano credere che entro un lustro dovrà abbandonare il podio a favore della Cina. Anche in questo caso i numeri sono più eloquenti di qualsiasi affermazione: la Francia consuma quasi 30 milioni di ettolitri di vino, gli USA 28,5 milioni, l’Italia poco più di 23. La Cina, che oggi ricopre la quinta posizione dopo la Germania, si beve 17 milioni di ettolitri di vino. Ma sono le tendenze dell’ultimo decennio a rendere plausibile il sorpasso. Rispetto a venti anni fa, il consumo di vino in Italia è calato del 37%, in Cina è cresciuto del 520%. Ogni italiano beve mediamente 38 litri di vino all’anno (contro i 60 del 1990), ogni cinese ne consuma meno di due.

Allargando lo scenario di confronto, si scopre che in realtà quello che sta accadendo in Cina è comune a molti altri Paesi dove, fino a qualche decennio fa, il vino non faceva parte delle abitudini alimentari nazionali. Il commercio internazionale è infatti passato, nel giro di appena dieci anni, da 13 a 32 miliardi di dollari, a fronte di una produzione e un consumo rimasti nel complesso sostanzialmente stabili. In altre parole, si tende a consumare sempre più vino dove se ne produce di meno. La geografia dei consumi di vino a livello mondiale cambia, al pari degli altri prodotti voluttuari, grazie allo sviluppo del benessere.

 

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