Con Franz Haas nel suo nuovo vigneto, il più alto d’Europa fatto con vitigni classici, sopra Aldino

Devo ringraziare il presidente Ais Umbria, Sandro Camilli, se oggi ho potuto trascorrere qualche ora in compagnia di Franz Haas, uno dei più famosi produttori dell’Alto Adige.

Il tempo a disposizione non era molto e quindi siamo andati subito al sodo. I cambiamenti climatici hanno portato a un innalzamento delle temperature anche sul territorio altoatesino (5mila ettari totali vitati per una produzione di 25 milioni di bottiglie all’anno): un dato preoccupante per molti vitigni, in primis per il Pinot Nero. Così il buon Franz, ancora alcuni anni fa, aveva deciso di mettersi a caccia di terreni in alta quota. Una volta trovati, vi tralascio il racconto delle trafile burocratiche (è arrivato solo da pochissimo la possibilità di piantare vigneti a qualsiasi quota, prima c’era il limite dei 500 mt slm), a febbraio 2012 è partita la sperimentazione. I 12 ettari di futuro vigneto «probabilmente il più alto d’Europa fatto con vitigni classici, conta su un terreno composto per il 19% da argilla: perfetto per ottenere un Pinot Nero “con le palle” – spiega Haas, qui sopra mentre mostra il nuovo vigneto sperimentale – tra questa zona, poco sopra l’abitato di Aldino a quota 1150 mt slm, e i miei vigneti di Mazzon ci sono 900 mt di dislivello, 4 ore e mezza di sole in più qui e una temperatura totalmente differente, chiaramente più fresca. Ora dobbiamo sperimentare, nel mezzo ettaro di Pinot Nero piantato, gli effetti della luce. Se tutto va per il meglio, l’anno prossimo sperimenteremo un altro ettaro di vigne, questa volta a bacca bianca».

Il 12 ettari sopra Aldino si trovano proprio adiacenti a Eggerhof, un’azienda che produce 8mila uova biologiche al giorno.

E poi c’è il sogno. Il Monte Corno, che ha un terreno prevalentemente composto di Dolomia: « E’ riserva naturale, ma se invece potessimo farci qualche vigneto, allora sì che faremo paura alla Borgogna».

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Commenti

    • Giàn Luca
    • 18 Luglio 2012

    Tra “sogni e voli pindarici”, nel bicchiere tanta sostanza e modesto parere , il paradigma del Pinot Nero italiano.

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