Firenze | Camera con “vista” al Boscolo Astoria

La vista della camera 113 del Boscolo Astoria di Firenze. Direttamente sulla terrazza colazioni

Lo so cari amici di GG. Ora penserete che io sia diabolica, come lo è perseverare. Ma dopo la mia disavventura al Boscolo Exedra di Nizza (di cui leggete qui) non potevo credere che questa grande catena italiana non fosse più una garanzia di 4 e 5 stelle e anche oltre.

Sabato 21 maggio 2011 il Boscolo Astoria di Firenze mi ha ospitata per una notte. Camera matrimoniale prenotata sul loro sito web, via internet. Prezzo pagato dalla mia carta di credito: 145 euro, colazione compresa. All’arrivo, mi assegnano la camera nr. 113.

Apro la porta e mi trovo di fronte una stanzetta con una finestra molto alta, moquette sul pavimento, mobili che più che antichi erano rovinati. Erano le nove di sera e io dovevo correre a cena da Il Latini, per cui sistemo due cose, non mi guardo tanto in giro ed esco. Certo, impossibile non notare l’impervia e stretta scala a chiocciola che mi porta al soppalco con letto e bagno, altezza del soffitto suppergiù 2,30 mt.

Al rientro, mi guardo meglio in giro. Mobili lisi, scala a chiocciola consumata, il bagno con i profili di finto marmo (plastica in realtà) mezzi scollati, la tv del dopoguerra (da Boscolo mi aspetto gli schermi piatti), ma il bello deve ancora venire.

A Firenze sabato c’erano oltre 30 gradi e, rientrata verso mezzanotte, c’era veramente caldo. Provo ad accendere l’aria condizionata e non funziona. Allora salgo nella zona notte dove c’è anche il telefono e chiamo il 9 (supponendo che sia il 9 il numero del centralino, visto che in tutta la camera non c’è indicazione dei numeri da chiamare per reception, servizio bar, etc.). Scopro così che l’aria condizionata non è ancora accesa, che il receptionist non può fare nulla, «perchè – dice – il caldo è venuto da pochi giorni ed è per questo che l’aria condizionata non è stata ancora messa in funzione». Soluzione? Portarmi un ventilatore, che già avevo in camera, ma era rumorossissimo e non faceva altro che alzare una gran polvere.

Sconsolata penso bene di aprire almeno la finestra. Solo che la mattina dopo mi accorgo che la finestra dà sulla terrazza della colazione, terrazza che è chiusa con un soffitto di plexiglass. Me ne accorgo perchè verso le 7 sento voci in camera e mi spavento, in realtà erano delle persone che facevano colazione in un tavolo sotto la mia finestra… Ma non basta. Nel soffitto della camera le tubazioni degli scarichi dei bagni non facevano altro che fare rumore per gran parte della nottata.

La finestra della mia camera vista dalla terrazza colazione

Dulcis in fundo, ecco le condizioni del tavolino al quale ci siamo accomodati, in questa magnifica (per davvero) sala affrescata, altra zona deputata al pasto mattutino.

Se io che sono italiana vengo trattata così, come saranno trattati i tanti americani che ho visto ospiti nell’hotel? Ministra Brambilla, che sia il caso di dare un’occhiatina?

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Commenti

    • Lucia Poggibonsi
    • 24 Maggio 2011

    ahahahahahahahah… ma non è possibile!!!!

    • Angelo
    • 25 Maggio 2011

    Mi piace, GG, che tu perseveri. Personalmente sono più pragmatico ed i Boscolo li avevo “misurati” quando, per un periodo, gestirono il Grand Hotel Trento. Spero che con questa esperienza giunga anche tu alla mia conclusione: i nostri soldi, pochi o tanti per un soggiorno, sono sempre buoni, altrimenti vai in galera. Chissà perchè c’è ancora tanta gente a piede libero. La Brambilla? Non ci resta che continuare a denunciare sui blog, come fai bene tu. Del resto la rivoluzione di primavera sulle coste sud-est del Mediterraneo ha dimostrato quanto si possa fare in fretta e a costo zero.

    • Geisha Gourmet
    • 25 Maggio 2011

    Ho scritto a Boscolo… Ma ancora non giunse risposta… Vediamo se ignorano o si fanno vivi…

    • Geisha Gourmet
    • 25 Maggio 2011

    Possibile, mia cara, possibile anche se incredibile!

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