Se la pasta finisce nel barattolo

Venerdì scorso, aeroporto di Orio al Serio, Bergamo. L’aereo del mio fidanzato è in ritardo e così mi trovo a passeggiare avanti ed indietro alla ricerca di qualsiasi cosa potesse distrarmi e far passare il tempo. Ci sono due ragazze, ognuna con un cane al guinzaglio, anche loro in attesa di qualcuno che arriva da chissà dove. Sorrido ai cani e proseguo oltre nel mio ciondolare, poi faccio dietro front e vedo una scena da film demenziale, tipo “Tutti pazzi per Mary” o roba del genere: le due ragazze stavano aspettando i rispettivi fidanzati che, arrivati, si inginocchiano e per non meno di cinque minuti si fanno fare le feste dal cane. Le ragazze li guardano con aria rassegnata: i due fidanzati si alzeranno, daranno un bacio frettoloso alle ragazze e si dirigeranno verso l’uscita dell’aeroporto. Non potevo crederci: più moine al cane che alla fidanzata, nemmeno per me che vado pazza per gli animali è accettabile… Li guardo mentre si allontanano e proseguo nel mio bighellonare. Dopo un po’ mi viene sete. Cerco il bar più vicino ed ordino un’acqua tonica. Mentre sono lì che aspetto che me la servano, mi scappa l’occhio su questa cosa che non avrei mai pensato di vedere: la PastaCup. Un barattolo firmato Barilla, contenente penne condite con sei sughi diversi. Prezzo, 6 euro. Chiedo numi alla cameriera: «Si scalda nel microonde ed il barattolo, che è termico, la tiene calda per mezz’ora. E’ buonissima, la vuoi provare? Va molto con le hostess…». E su questo posso essere d’accordo, ma che sia buonissima, non so.

Certo, ho un dilemma: meglio il PastaCup o uno dei soliti fast food come un BigMac, un panino, una piadina all’ora di pranzo? Oppure, al cinema, meglio un PastaCup od un cestone di popcorn? Forse meglio la pasta, anche se nel barattolo… Ma è più forte di me, la pasta nel barattolo non riesco nemmeno a pronunciarla, figurarsi a mangiarla. Perchè allora non una pasta fredda o un’insalata di riso? Molto meglio, no?

«Scusami, allora la vuoi provare?», mi dice la cameriera che era rimasta lì impalata di fronte a me mentre riflettevo sulla cosa.

«No, ti ringrazio, non ho fame, era solo curiosità», le rispondo cercando di non far trapelare che piuttosto di quello, come di tutti i fast food, avrei sofferto un po’ di fame, che nemmeno mi farebbe male. Però tiro fuori il telefonino e, senza dare nell’occhio, faccio una foto (quella che vedete qui sopra) per condividerla con voi.

E’ una questione di gusti. Io la pasta la preferisco fumante, al dente, possibilmente fatta in casa, e con il sugo fatto con i pomodori, il basilico ed il peperoncino del mio orto. E se non è così, piuttosto, preferisco farne a meno. Mi scusi Signor Barilla.

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